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Tre foche trovate in condizioni disperate, oggi sono libere, in salute e felici: le foto

La storia del soccorso e della riabilitazione di tre cuccioli di foca monaca hawaiana, una specie fortemente minacciata di estinzione. Le tre foche, tutte femmine, dopo alcuni mesi sono state liberate in perfetta forma e felici.
A cura di Andrea Centini
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Tre giovani foche monache hawaiane (Neomonachus schauinslandi) furono trovate in condizioni disperate a poche settimane l'una dall'altra, e oggi, dopo alcuni alcuni mesi di riabilitazione, sono tornate finalmente libere nel proprio habitat naturale. Una storia a lieto fine non solo per le protagoniste della storia, ma per un'intera specie, dato che le foche monache hawaiane, esattamente come le foche monache mediterranee (Monachus monachus), sono fortemente minacciate di estinzione. Per questa ragione dal 2014 nel distretto di Kona (Big Island) è stato avviato il Ke Kai Ola: the Hawaiian Monk Seal Hospital, un santuario dove i pinnipedi in difficoltà vengono nutriti e riabilitati fino al successivo rilascio in natura. Ad oggi, grazie al lavoro dei veterinari del NOAA Fisheries e del The Marine Mammal Center, in collaborazione con la Guardia Costiera statunitense, sono stati salvati in tutto 23 esemplari. Fra essi vi sono anche Awapuhi, Koani Pehu e Kauai, le tre protagoniste di questa drammatica storia.

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Awapuhi fu avvistata la scorsa primavera da un equipaggio del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) sull'isola di Gin. Era debolissima e malnutrita. In questo scatto, catturato pochi istanti prima dei soccorsi, manifesta tutta la sua sofferenza con un disperato grido d'aiuto. È stata prelevata e condotta nel santuario di Kona assieme alle altre due cucciole trovate nelle settimane successive.

Molto probabilmente le giovani foche sono rimaste orfane delle madri. Le reti da pesca e gli avvelenamenti da ciguatera (un'intossicazione alimentare) stanno infatti facendo strage delle popolazioni sopravvissute ai balenieri e alla caccia spietata perpetrata dai soldati durante la Seconda Guerra Mondiale. Awapuhi era evidentemente sottopeso e non ancora svezzata; i veterinari sono certi che se non fosse stata notata dall'equipaggio del NOAA sarebbe morta tra atroci sofferenze su quella spiaggia di sassi aguzzi.

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La piccola Koani pehu, che in hawaiano significa “fiore della luna”, non se la passava meglio. Era magrissima e continuava a perdere peso; per gli scienziati, nonostante le cure, probabilmente non avrebbe superato un altro anno di vita. Oltre alla malnutrizione, Kauai presentava una grave parassitosi da tenia, che la privava delle poche sostanze nutritive che riusciva a recuperare. Anche lei non sarebbe sopravvissuta, se non fosse intervenuto l'equipaggio del NOAA.

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Le foche, fortunatamente, hanno risposto prontamente alle cure dei veterinari, e dopo un periodo di sostegno, leggermente più lungo per Kauai, hanno iniziato a nutrirsi da sole di aringhe e altri pesci. In breve tempo il loro peso è praticamente raddoppiato, e hanno iniziato a manifestare la curiosità e la ‘gioia di vivere' tipica di questi giocosi pinnipedi. Lo si può capire dagli occhi vispi di Awapuhi.

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Al termine della riabilitazione, durata alcuni mesi, la Guardia Costiera USA ha messo a disposizione un aereo C130, col quale le tre foche sono state trasportate nelle loro nuove case tra il mese di novembre e dicembre.

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Awapuhi e Koani Pehu sono state liberate sull'atollo di Midway, mentre Kauai è tornata a casa, sull'isola che porta il suo stesso nome. Prima della ‘corsa' liberatoria verso il mare, le foche monache sono state trattenute alcuni giorni in un recinto sulla spiaggia, per farle abituare al nuovo ambiente circostante. Gli scienziati si augurano che questi esemplari salvati da una morte orribile potranno contribuire alla salvezza della specie, dando alla luce una nuova generazione di piccoli sani e rabusti.

[Credit: NOAA/Laura Grote/The Marine Mammal Center]

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