Traffico di animali, un giro d’affari (illegale) da 19 miliardi di dollari
Un affare internazionale altamente redditizio, al punto da essere collocato al quarto posto a livello mondiale tra i commerci illegali: in cima alla lista ci sono gli stupefacenti, segue la contraffazione, al terzo posto c'è il traffico di esseri umani. Con un valore stimabile (al ribasso) in circa 19 miliardi di dollaro all'anno, il traffico di animali selvaggi costituisce una grande risorsa per la criminalità organizzata perché, pur garantendo grandi proventi, comporta un margine di rischio bassissimo: facile immaginare il perché. E il fenomeno non accenna a declinare, tutt'altro: dopo una contrazione di alcuni specifici reati verificatasi negli anni '90 (in particolare quelli legati alle uccisioni di elefanti, rinoceronti e tigri), il nuovo millennio ha portato con sé un rifiorire dei delitti contro la fauna e la natura.
Alcune cifre
Secondo i dati del rapporto stilato dalle organizzazioni internazionali WWF e TRAFFIC, Fighting Illicit Wildlife Trafficking, i crimini contro la Natura sarebbero aumentati in modo allarmante negli ultimi dieci anni e, sempre più spesso, sarebbero riconducibili a reti di organizzazioni criminali ben strutturate che opererebbero a livello mondiale, servendosi di una fitta rete di interscambi. Non ultimo, già da qualche tempo, anche il web con le ampie possibilità di ogni tipo che offre è arrivato a fornire una solida base di appoggio alle zoomafie: la nuova frontiera criminale dello sfruttamento animale passa anche per internet consentendo, nel più classico degli esempi, a chi è comodamente accomodato dietro al proprio monitor di acquistare, via carta di credito, un cucciolo appartenente ad una specie in via di estinzione. E non solo.
I Paesi coinvolti in questo lucroso affare sarebbero 176, tra esportazioni ed importazioni, fornitura di basi logistiche e punti di passaggio: ogni anno vengono commercializzate illegalmente 100 milioni di tonnellate di pesce, 1.5 milioni di uccelli vivi e 440.000 tonnellate di piante medicinali, molte delle quali utilizzate all'interno della farmacopea tradizionale dell'estremo Oriente ma considerate di fatto tossiche per l'organismo umano. Utilizzato anch'esso all'interno dell'antica medicina cinese, il corno del rinoceronte costituisce una delle più grandi ed insanabili ferite per il nostro Pianeta: attualmente il suo prezzo è arrivato ad aggirarsi intorno ai 60 000 dollari al chilo, costituendo sempre più un incoraggiamento per i bracconieri e per i trafficanti. Medesimo problema per gli elefanti e le le loro pregiate zanne: nel 2011 i sequestri effettuati dalle autorità di diversi Paesi hanno portato alla confisca di avorio proveniente da 2500 pachidermi uccisi. I Governi di tutti gli Stati coinvolti e le organizzazioni internazionali concordano sull'evidente inefficacia delle politiche di contrasto a questi fenomeni: del resto, mentre la volontà di fermare il traffico illecito di fauna selvatica non è comunque considerata prioritaria, molte specie risultano sempre più gravemente minacciate. I parchi naturali che sono dimora e rifugio di molte tra queste, oltretutto, possono contare sulla sola tutela dei ranger che, in molti casi, mettono a rischio la propria stessa esistenza a difesa di animali in pericolo dinanzi a cacciatori di frodo senza scrupoli, come accade nel Virunga Park.
Una minaccia sociale
Come sottolineato all'interno dello stesso rapporto, infatti, la ricchezza che le organizzazioni criminali traggono dal traffico illegale di fauna selvatica non si traduce in un danno soltanto per gli animali ma anche in una profonda e gravissima compromissione del livello di sicurezza dei Paesi. Lo stesso discorso vale anche dal punto di vista sanitario: la mancanza di controlli su un mercato totalmente in nero può rappresentare un facile vettore di trasmissione di patologie anche gravi a carico di ecosistemi, bestiame ed esseri umani. Inoltre, ai reati contro gli animali è chiaramente collegata la distruzione delle ricchezze naturali in genere che, in alcuni Stati poveri che sopravvivono grazie al turismo europeo ed americano, significa impoverimento delle risorse ad ogni livello.
Chiaramente, infatti, ad essere minacciata è l'economia in generale e la possibilità di sviluppo sostenibile in realtà che contano spesso sull'unico patrimonio che posseggono, la Natura: «La corruzione che è associata con il commercio illegale minaccia la sicurezza e, vista la natura spesso violenta del prodotto illegale, scoraggia gli investimenti e ostacola la crescita nei paesi di origine, di transito e della domanda. Questo riduce l’efficacia dei governi, scoraggia l'impegno civile, erode lo stato di legalità, danneggia la reputazione e la fiducia nello Stato e influenza la crescita delle comunità locali». Oltre a privarci dell'unico, vero tesoro che dovremmo amare e tenere al sicuro per sempre, la biodiversità.