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Terremoto in Albania, presidente INGV: “Sollevamento di 10 cm normale per questi eventi”

Abbiamo intervistato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Carlo Doglioni sulle caratteristiche del devastante terremoto di magnitudo 6.2 che ha recentemente colpito l’Albania, causando decine di vittime e numerosi danni. Ecco cosa ci ha raccontato il geologo, alla guida dell’ente di ricerca dal 2016.
A cura di Andrea Centini
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Martedì 26 novembre alle 03:54 ora italiana una fortissimo terremoto di magnitudo 6.2 ha squassato l'Albania, causando numerose vittime (al momento se ne contano 40, i soccorsi sono ancora al lavoro per cercare i dispersi) e danni ingenti. L'evento sismico è stato avvertito distintamente in numerose regioni dell'Italia centro-meridionale, soprattutto nel Salento, in Puglia. A causa del violento sisma sono crollati palazzi – hotel compresi – e infrastrutture, in particolar modo a Durazzo, dove la scossa ha avuto effetti devastanti. Come segnalato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l'ipocentro è stato registrato a una decina di chilometri di profondità, con epicentro proprio tra la città di Durazzo e quella di Lushnje. Per comprendere meglio le cause e gli effetti del sisma abbiamo contattato il geologo Carlo Doglioni, presidente dell'INGV dalla fine dell'aprile del 2016.

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Presidente Doglioni, le immagini satellitari hanno rilevato un sollevamento di 10 centimetri nei pressi della città di Durazzo, in seguito al devastante terremoto di martedì. Cos'è successo?

Il sollevamento è naturale in questo tipo di terremoti. Anche nel caso dell'Emilia è stato rilevato un sollevamento, addirittura superiore a questo. Finora, con i dati satellitari e in particolar modo quelli del satellite Sentinel, abbiamo rilevato un sollevamento di circa 10 centimetri in un'area a terra che comprende la città di Durazzo. Ha una forma ovale con una lunghezza di circa una trentina di chilometri. Questo tipo di deformazione si verifica sempre quando ci sono i terremoti. Quando c'è stato quello di Amatrice e Norcia, addirittura il terremoto del 30 ottobre ha abbassato il suolo di un metro, quindi 10 centimetri sono anche pochi.

La faglia responsabile del terremoto, in base a un comunicato, non si sarebbe ancora completamente “attivata”, cosa significa?

La faglia in realtà è un continuo di piani di deformazione che vanno dall'Istria fino alla Grecia, quindi il fronte dei Balcani – e quello delle Dinaridi in particolare – è lunghissimo. Ma sono dei segmenti che si attivano. In questo caso si è attivato un segmento di una trentina di chilometri.

Come mai è stato così violento? C'è il rischio che possano esserci eventi ancora più energetici rispetto a quello di magnitudo 6.2?

La magnitudo dipende dal volume che si mobilizza, il quale volume si muove su un piano che ha una grandezza che è dettata dalla grandezza del volume stesso. Più grande è il volume di crosta, più grande è il piano di faglia che si attiva. Ne consegue che più grande è il volume e più grande è l'energia. Però in questo tipo di ambienti tettonici, dove la deformazione è piuttosto lenta, nell'ordine dei millimetri l'anno, difficilmente si attivano strutture molto più grandi. Mentre andando verso sud le velocità aumentano. Per esempio prendendo in considerazione la Grecia, dai millimetri l'anno delle Dinaridi si passa anche ai centimetri l'anno, quindi in quell'area ci possono essere dei terremoti più energetici.

Il terremoto in Albania può essere associato a un fenomeno anche in Italia? Ci sono rischi per il nostro Paese legati alla faglia che ha determinano l'evento?

Le strutture coinvolte sono del tutto separate, dunque non c'è alcuna correlazione diretta.

Per quanto potrebbe andare avanti lo sciame sismico?

Le sequenze sismiche come questa rilevata in Albania durano tanto di più tanto più grande è stata la scossa principale. In questo caso però, siccome si è trattato di un terremoto di tipo compressivo, mediamente durerà di meno rispetto ai terremoti che si verificano in Italia. Perché il volume si muove contro la gravità.

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