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Terremoti, scoperto un nuovo fenomeno sismico: gli “stormquake” scatenati dalle tempeste

Mentre studiava i dati dei terremoti a bassa densità, un team di geologi americano si è imbattuto in curiosi segnali ondulatori e ciclici rilevati dai sismometri degli USA, che non si manifestavano tra maggio e ad agosto. Facendo una ricerca incrociata hanno scoperto che si trattava di eventi sismici scatenati da violente tempeste, che hanno deciso di chiamare stormquake. Ecco in quali condizioni si formano.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
Credit: NASA

Le tempeste più violente alla stregua di uragani, cicloni e tifoni – che sono la stessa cosa a varie latitudini – possono dar vita a veri e propri eventi sismici, che gli scienziati hanno deciso di chiamare “stormquake”. Il nome deriva dalla fusione del termine inglese per tempesta (storm) e quello per terremoto (quake). Si tratta di un fenomeno sismico completamente nuovo, che gli scienziati hanno scoperto per puro caso mentre studiavano i terremoti a bassa intensità. Questi ultimi sono talmente deboli che molto spesso vengono confusi col “rumore di fondo” del pianeta, un continuo brusio rilevato dagli strumenti scientifici, dovuto ad esempio allo sciabordio delle acque oceaniche, ma che può essere “arricchito” anche da eventi specifici come il decollo di un razzo.

I dati del rumore di fondo rilevati dai sismometri di tutto il mondo vengono normalmente scartati dagli scienziati, ma è proprio andando a caccia dei segnali dei terremoti a bassa intensità all'interno di essi che gli scienziati sono riusciti a individuare la “firma” degli stormquake. A scoprirli un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'Università Statale della Florida, che hanno collaborato con i colleghi dello U.S. Geological Survey di Menlo Park, della Scripps Institution of Oceanography e della Woods Hole Oceanographic Institution.

I ricercatori, coordinati dal professor Wenyuan Fan, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra, degli Oceani e dell'Ambiente dell'ateneo statunitense, nell'estate del 2018 mentre indagavano sui terremoti a bassa intensità si accorsero di curiosi segnali ripetuti e ondulatori con cicli di alcune decine di secondi, che in alcuni casi potevano durare per giorni. Sono stati rilevati sia sulla costa Est che su quella Ovest degli Stati Uniti, e curiosamente mai tra maggio e agosto. Queste caratteristiche hanno suggerito agli studiosi di andare a verificare nei database dell'Earthscope's US Array, ed è qui che è emersa la corrispondenza che cercavano. Questi curiosi eventi sismici si verificavano sempre in concomitanza con colossali uragani: ne hanno rilevati oltre 14mila tra il 2006 e il 2015. Poiché prodotti da queste tempeste, hanno deciso di chiamarli gli eventi stormquake.

Curiosamente, non tutte le tempeste marine (anche le più violente) generano uno stormquake. Questo perché sono necessarie specifiche caratteristiche geologiche della piattaforma continentale sotto l'oceano, che deve essere piatta e molto ampia. L'impatto delle onde secondarie (generate dalle primarie della tempesta) col fondo della piattaforma oceanica scarica l'energia e percuote la crosta terrestre, dando vita all'oscillazione sismica. Benché si tratti di fenomeni molto energetici, per l'uomo non presentano alcun pericolo, dato che possono essere rilevati solo da strumenti scientifici e sarebbero avvertibili solo sul fondo dell'oceano. I dettagli sugli stormquake sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Geophysical Research Letters.

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