Terremoti in Italia: nel 2017 quasi 45mila sismi, uno ogni 12 minuti. Sono il triplo del 2015
Nel 2017 i terremoti in Italia sono stati ben 44.459, con una media di 120 eventi sismici al giorno, cioè circa 5 ogni ora o uno ogni 12 minuti. Lo ha comunicato l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un resoconto dettagliato dei fenomeni registrati dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) durante l'anno appena concluso.
Pur essendo innanzi a una flessione rispetto alle rilevazioni del 2016, quando i terremoti registrati furono 53mila, il dato risulta comunque triplo rispetto a quello del 2015 (15mila eventi) e quasi doppio rispetto a quello del 2014, quando i sismi furono circa 24.300. Le “impennate” registrate negli ultimi due anni, spiegano i ricercatori dell'INGV, sono legate alla cosiddetta sequenza dell'Italia Centrale, quella avviatasi alle 3:36 del 24 agosto 2016 con epicentro nel comune di Accumoli e ipocentro alla profondità di 8 km. L'evento, che provocò 300 morti, 65mila sfollati e la devastazione di diversi comuni, ha avuto uno strascico che è ancora in atto: secondo gli studiosi ben l'80 percento delle scosse del 2017 (circa 37 mila) è derivato dalla medesima sequenza.
All'inizio del 2017, sempre in associazione alla sequenza dell'Italia Centrale, ci furono quattro potenti sismi con magnitudo compresa tra 5.0 e 5.5 concentrati nell'arco di poche ore (tra le 10:25 e le 14:33 del 18 gennaio, tutti in provincia dell'Aquila). Fortunatamente, il 90 percento dei terremoti registrati lo scorso anno ha avuto una magnitudo inferiore o uguale a 2, ciò significa che pochissimi di essi – quelli più superficiali – sono stati avvertiti dalla popolazione. Quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, compreso il sisma di Casamicciola Terme (magnitudo 4) che ha colpito l'isola di Ischia alle 20:57 del 21 agosto provocando 2 vittime, sono stati 370, mentre quelli tra 4 e 4,9 sono stati 21.
L'Italia, com'è noto, è un Paese caratterizzato da un'intensa attività sismica, e sono diverse le cosiddette “zone calde” riconosciute dagli esperti; fra esse vi sono l'Emilia Romagna, la Calabria, parte della Sicilia, il Gargano e l'Appennino tosco-emiliano. Nella zona dell'Italia Centrale, la più colpita degli ultimi anni a partire dal devastante sisma del 6 aprile 2009 all'Aquila, gli eventi stanno diminuendo, tuttavia, ha spiegato la sismologa dell'INGV Concetta Nostro, per tornare alle medie precedenti alla sequenza attuale possono volerci alcuni anni.