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Terra e Marte, adesso sappiamo come sono nati i pianeti

A determinare le caratteristiche chimico-fisiche di pianeti rocciosi come la nostra Terra e Marte sono state le violentissime collisioni da cui hanno avuto origine. Il segreto svelato dalle analisi di isotopi di magnesio su campioni terrestri e meteoriti.
A cura di Andrea Centini
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Le proprietà chimico-fisiche della Terra e di Marte sono dovute al rilascio di gas provocato dalle violentissime collisioni responsabili della loro ‘nascita'. In altri termini, a determinare la composizione di questi corpi celesti rocciosi – in particolar modo della loro scarsa presenza di elementi volatili – non è stata la miscela di gas e particelle nel primitivo Sistema solare, ma il burrascoso processo di accrescimento planetario. Le prove sono state trovate grazie all'analisi di campioni terrestri e meteoriti. Ma procediamo con ordine.

Com'è noto, i pianeti si formano attorno alla propria stella di riferimento grazie alla continua aggregazione di materiale, che si accresce a velocità elevatissime spinto dalla forza di attrazione gravitazionale. Più crescono le dimensioni del pianeta neonato e più ‘catastrofici' sono gli impatti con altri corpi nel suo spazio orbitale, una sorta di continuo processo di “montaggio e smontaggio” che trova un suo equilibrio solo dopo moltissimo tempo. Queste collisioni ripetute producono oceani di magma e un'atmosfera ricca di silicati, legata alla vaporizzazione delle rocce. Fino a quando i pianeti in formazione non raggiungono dimensioni paragonabili a quelle di Marte hanno una forza di attrazione gravitazionale troppo debole per trattenere una simile atmosfera; ciò si riflette in una costante perdita di gas, che a sua volta determina le caratteristiche chimico-fisiche del futuro pianeta.

Lo hanno dimostrato ricercatori dell'Università di Bristol attraverso la misurazione degli isotopi di magnesio, i cui rapporti si modificano proprio in virtù delle sopracitate espulsioni di gas. Gli studiosi, coordinati dal professor Remco Hin, docente presso la Scuola di Scienze della Terra dell'ateneo britannico, hanno analizzato diversi campioni terrestri e meteoriti provenienti da Marte e dall'asteroide Vesta, scoprendo alcuni dettagli affascinanti. Tutti i campioni analizzati avevano una concentrazione di isotopi differente da quella ipotizzata per la nebulosa primordiale, inoltre la continua vaporizzazione prodotta dai processi di accrescimento avrebbe fatto perdere almeno il 40 percento della massa terrestre. Sono tutte caratteristiche che hanno plasmato le proprietà chimico-fisiche del nostro pianeta. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Nature.

[Credit: Neypomuk-Studios]

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