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Sviluppato software che misura il dolore dall’espressione del viso: aiuterà i medici

Gli ingegneri informatici del MIT hanno messo a punto il DeepFaceLIFT, un software che misura il reale livello di dolore di una persona da impercettibili movimenti del viso. Aiuterà i medici a somministrare il giusto antidolorifici.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'autorevole Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha sviluppato un algoritmo in grado di capire con precisione il livello di dolore provato da una persona, semplicemente “osservandone” il viso. Il software, chiamato DeepFaceLIFT, si basa principalmente sull'analisi di movimenti impercettibili che avvengono attorno al naso e alla bocca, variazioni dell'espressione che non riuscirebbe a nascondere nemmeno chi volesse impegnarsi a celare il proprio reale stato di sofferenza.

Conoscere esattamente quanto dolore stia provando un paziente non è semplice ma fondamentale. Ognuno lo prova – e soprattutto lo esprime – in base alla sensibilità personale, e non essendoci valutazioni oggettive per determinarlo, dato che il medico si basa su quanto espresso dal paziente stesso, c'è il rischio che vengano somministrati antidolorifici molto potenti e a rischio dipendenza – come la morfina – anche quando non ve ne sarebbe la necessità. Il DeepFaceLIFT potrebbe dunque fornire un quadro più preciso e aiutare a “smascherare” coloro che stanno fingendo per qualche ragione.

Il software sviluppato dal team del professor Dianbo Liu, ricercatore presso il Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT, è stato “istruito” attraverso l'analisi di una moltitudine di video, nei quali i pazienti con dolore alla spalla erano invitati a compiere determinati movimenti. L'algoritmo funziona proprio perché riesce a cogliere tutti quei movimenti infinitesimi sul viso che un medico non riuscirebbe a intercettare.

Uno dei dettagli più interessanti del DeepFaceLIFT, non il primo software di questo genere (uno analogo fu sviluppato dall'Università della California di San Diego), risiede nel fatto che esso può essere personalizzato anche introducendo fattori come sesso, età e carnagione, che possono avere un impatto sulla precisione della valutazione. Per quanto preciso, il software non può comunque sostituire il parere di un professionista, ma potrebbe supportarlo attraverso una semplice applicazione installata sullo smartphone. In pratica, osservando l'espressione del volto del paziente attraverso la telecamera potrebbe ottenere una valutazione “oggettiva” dall'applicazione. I dettagli della ricerca sono disponibili su arXiv.

[Foto di Geralt]

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