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Svelato perché una mela al giorno toglie il medico di torno

Ricercatori italiani hanno dimostrato che i polifenoli contenuti nella buccia e nella polpa delle mele vengono elaborati dal nostro microbiota intestinale e trasformati in sostanze altamente protettive per il nostro organismo, con proprietà antitumorali, antiinfiammatorie e anti-diabetiche.
A cura di Andrea Centini
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Le mele fanno così bene alla nostra salute grazie all'azione della flora batterica intestinale su alcune delle sostanze in esse contenute, i polifenoli, che vengono trasformati in composti bioattivi molto utili per il nostro organismo. A dimostrare che una mela al giorno può davvero togliere il medico di torno un team di ricercatori italiani della Fondazione Edmund Mach (Fem) dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA).

Gli scienziati italiani si sono concentrati sulla cosiddetta “nutricinetica”, il percorso che le sostanze nutritive compiono all'interno del nostro organismo; analizzando quello di 110 polifenoli contenuti nella buccia e nella polpa delle mele hanno osservato in che modo il microbiota intestinale le rende così efficaci per noi. I polifenoli, antiossidanti naturali presenti negli organismi vegetali, una volta introdotti vengono elaborati dai batteri intestinali che ne ‘attivano' le note proprietà antiinfiammatorie, antitumorali e anti-diabetiche. L'azione dei batteri intestinali risulta fondamentale poiché nessuno dei polifenoli presenti nelle mele viene ritrovato nel nostro corpo nel suo stato originario, ovvero così com'era nel frutto, ma sono tutti trasformati in composti dagli effetti protettivi e benefici.

“La quantità e la persistenza di ognuna di queste molecole nei fluidi biologici – spiegano i ricercatori – è risultata molto variabile tra un individuo e l'altro non solo a causa di differenze genetiche, ma anche a causa di differenze nella composizione del microbiota intestinale”. La ricerca è stata finanziata dal progetto Ager Melo, che attraverso un approccio multidisciplinare punta a ottenere nuove varietà di mele con caratteristiche qualitative ancora superiori, anche sotto il profilo della resistenza ai patogeni. I dettagli dello studio italiano sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Food Research International.

[Credit: Mareefe]

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