Svelata la possibile causa delle “dita Covid” ai piedi
Sin dall'inizio della pandemia di COVID-19 c'è stato un insolito e significativo incremento di pazienti che si sono recati dal medico con peculiari lesioni alle dita dei piedi, molto simili ai geloni – o eritema pernio – che si sviluppano a seguito di una prolungata esposizione al freddo. In poco tempo i medici hanno determinato che si trattava di un sintomo dell'infezione da coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della COVID-19, così la condizione è stata definita col termine generico di “dita Covid”. Inizialmente si è pensato che potesse essere un effetto di minuscoli trombi (coaguli di sangue) nei capillari periferici, anch'essi scatenati dall'invasione virale, tuttavia uno studio appena pubblicato ha fatto nuova luce sul percorso patogenico del peculiare sintomo cutaneo, correlandolo a una risposta del sistema immunitario.
A determinare che le “dita dei piedi Covid” possono essere innescate da una reazione immunitaria al coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca francese guidato da scienziati del Dipartimento di Dermatologia dell'Ospedale Saint-Louis di Parigi, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dello Human Immunology Pathophysiology Immunotherapy – INSERM dell'Università di Parigi, dell'Unità Virus e Immunità dell'Istituto Pasteur e di altri centri di ricerca. Gli scienziati coordinati dal professor Charles Cassius, tutti sotto l'egida del Saint-Louis CORE (COvid Research), sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto i dati clinici e fisiopatologici di 50 pazienti che avevano avuto la COVID-19 (e lesioni ai piedi) con quelli di 13 pazienti che avevano segni simili, ma sviluppatisi prima della diffusione del patogeno pandemico e dunque non correlati all'infezione virale. I pazienti Covid erano stati tutti seguiti nell'aprile del 2020 presso l'Ospedale di Saint-Louis, escludendo dallo studio tutti coloro che avevano avuto storie di geloni e lupus.
Dalle analisi di laboratorio il professor Cassius e i colleghi hanno rilevato nel gruppo Covid il coinvolgimento dell'interferone di tipo I (IFN), una citochina che supporta e regola l'attività del sistema immunitario. “L'infezione da SARS-CoV-2 scatena una forte espressione di geni stimolati dall'interferone di tipo I (IFN), che aiutano nella protezione antivirale dell'ospite”, hanno scritto gli scienziati nello studio. “Le malattie mediate dall'interferone di tipo I, come le interferonopatie autoinfiammatorie monogeniche o il lupus eritematoso, sono caratterizzate da microangiopatia che porta a geloni clinici”, hanno aggiunto gli esperti. In altri termini, i pazienti con COVID-19 hanno sviluppato autoanticorpi che hanno iniziato a colpire i loro stessi tessuti, determinando l'infiammazione e le lesioni ai piedi simili ai geloni. “Abbiamo osservato nel gruppo LLC (pazienti con dita Covid) una risposta immunitaria sistemica associata agli anticorpi citoplasmatici antineutrofili IgA nel 73 percento dei pazienti e un'elevata firma ematica di interferone di tipo I rispetto al gruppo di controllo sano. Infine, utilizzando biomarcatori ematici correlati alla disfunzione e all'attivazione endoteliale e all'angiogenesi o alla mobilizzazione delle cellule progenitrici endoteliali, abbiamo confermato la disfunzione endoteliale nel gruppo LLC”, scrivono gli esperti nell'abstract dello studio.
Una risposta del sistema immunitario esagerata – come la tempesta di citochine – e la produzione di concentrazioni elevate di autoanticorpi sono considerate complicanze severe dell'infezione e spesso sono associate alla mortalità. Nel caso delle lesioni alle dita dei piedi si tratta di un sintomo lieve, che può anche manifestarsi tempo dopo il superamento dell'infezione virale, ma che tuttavia non va sottovalutato nell'ottica della gestione della pandemia. I dettagli della ricerca “Type I interferon response and vascular alteration in chilblain-like lesions during the COVID-19 outbreak” sono stati pubblicati sul British Journal of Dermatology.