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Svelata la mappa delle emozioni nel cervello grazie al film cult Forrest Gump

Gli scienziati italiani del Molecular Mind Laboratory (MoMiLab) presso la Scuola IMT Alti Studi Lucca hanno svelato la mappa delle emozioni nel cervello grazie al film cult Forrest Gump. Analizzando l’attività cerebrale di pazienti intenti a osservare la pellicola di Robert Zemeckis, hanno individuato una piccola area della corteccia nella quale si concentrano tutte le esperienze emotive.
A cura di Andrea Centini
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Tom Hanks sulla panchina di Forrest Gump. Credit: a sinistra cervello/sbtneet - a destra screenshot youtube del trailer ufficiale di Forrest Gump
Tom Hanks sulla panchina di Forrest Gump. Credit: a sinistra cervello/sbtneet – a destra screenshot youtube del trailer ufficiale di Forrest Gump

Grazie al turbinio di emozioni che scaturisce dalla visione di Forrest Gump, film cult del 1994 con uno straordinario Tom Hanks, gli scienziati sono riusciti a individuare nel cervello una sorta di “mappa” nella quale le esperienze emotive si concentrano in senso topografico. In parole semplici, hanno individuato una ristretta area del cervello – di soli 3 centimetri – nella quale si manifesta l'attività cerebrale legata a tutte le emozioni, dalla gioia al dolore, passando per la tristezza, la rabbia, la delusione, la sorpresa e il disgusto. Essa si trova confinata nella giunzione temporo-parietale destra, una regione del cervello nella quale si congiungono i lobi temporale e parietale, nella porzione posteriore del solco laterale o scissura laterale di Silvio.

A scoprire la mappa delle emozioni è stato un team di scienziati italiani dell'Unità di ricerca Molecular Mind Laboratory (MoMiLab) presso la Scuola IMT Alti Studi Lucca. I ricercatori, coordinati da Pietro Pietrini, Luca Cecchetti e Giada Lettieri, sono giunti a questo risultato dopo aver fatto visionare la pellicola di Robert Zemeckis a quindici volontari, scansionandone l'attività cerebrale. Durante la visione del film, noto per essere particolarmente coinvolgente dal punto di vista emotivo, i partecipanti dovevano annotare scena dopo scena le emozioni sperimentante, indicando anche l'intensità delle stesse sulla base di una scala standardizzata. Nel frattempo gli scienziati prendevano traccia dell'attività cerebrale dei volontari attraverso una risonanza magnetica funzionale (fMRI), una tecnica di imaging biomedico che permette di rilevare la funzionalità di un organo.

I dati raccolti sono stati incrociati con quelli ottenuti dal progetto “studyforrest” condotto in Germania, nel quale altri 15 volontari sono stati sottoposti ad un esperimento analogo, sempre basato sulla visione del film cult. Dai risultati, come indicato, è emersa la distribuzione topografica degli stati affettivi/emozionali, che risultano concentrati in una specifica area cerebrale. “I risultati mostrano che tre gradienti ortogonali e spazialmente sovrapposti codificano la polarità, la complessità e l'intensità delle esperienze emotive nell'area temporo-parietali destra”, hanno scritto il dottor Pietrini e i colleghi. In pratica, analizzando l'attività cerebrale in questa area del cervello è possibile determinare lo stato d'animo di una persona.

Uno degli aspetti interessanti della ricerca risiede nel fatto che i meccanismi alla base di questa "mappa delle emozioni" sono simili a quelli associati ai sensi come olfatto, vista, udito e così via. Conoscere questa funzione della corteccia temporo-parietale aiuterà gli scienziati a studiare patologie come la depressione, oltre che le fobie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.

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