video suggerito
video suggerito

Sulle nostre tavole meno riso, frutta e miele a causa dei cambiamenti climatici in Italia

Nel 2021 a causa dei cambiamenti climatici in Italia si sono verificati 1500 eventi atmosferici estremi, con un aumento del 65 percento di grandinate, trombe d’aria, alluvioni, gelate, ondate di calore e altri fenomeni. L’intensità e la frequenza dei fenomeni ha avuto un impatto enorme sull’agricoltura, abbattendo la produttività di molti alimenti freschi e salutari.
A cura di Andrea Centini
74 CONDIVISIONI
Immagine

Tra le conseguenze più drammatiche scatenate dai cambiamenti climatici vi sono la siccità e gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e devastanti, che hanno un impatto significativo sulla produzione delle risorse alimentari. Non è un caso che gli esperti stimano per i prossimi decenni migrazioni di massa per sfuggire da terre inaridite o alluvionate dove la produttività si è azzerata, con un numero sempre più grande di persone che soffriranno la sete e la fame anche a causa della popolazione mondiale in costante crescita. Negli scenari più drammatici potrebbero scoppiare persino delle guerre per accaparrarsi gli “ultimi” territori fertili. I primi segnali di questo futuro infausto, destinato a verificarsi se non faremo nulla per contenere le emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra, li stiamo vedendo già oggi, anche in Italia, con una sensibile diminuzione nella produzione di prodotti agricoli freschi e salutari, che in alcuni casi – come quello del miele – hanno subito un vero e proprio crollo a causa del clima impazzito.

A evidenziare l'impatto drammatico dei cambiamenti climatici sulla produttività agricola italiana è il nuovo rapporto “2021 effetto clima: l’anno nero dell’agricoltura italiana” pubblicato dal World Wide Fund for Nature, conosciuto in tutto il mondo con l'acronimo WWF. Il documento è stato pubblicato il 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, che ricorre nell'anniversario della nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), fondata il 16 ottobre 1945. Il rapporto snocciola statistiche e cali percentuali che evidenziano come il riscaldamento globale non è assolutamente solo un problema del futuro; già oggi possiamo constatarne i catastrofici effetti. L'esempio del miele è, come indicato, il più drammatico. Nel 2021 la produzione del delizioso alimento ha avuto un calo senza precedenti nella storia italiana, con picchi del – 95 percento in Toscana ed Emilia Romagna. Gelate, bombe d'acqua, sbalzi termici e altri fenomeni atmosferici sempre più frequenti e violenti hanno letteralmente cancellato le fioriture, lasciando le api senza il nettare necessario alla produzione del miele. Gli apicoltori sono stati costretti a nutrirle con “biberon” zuccherini per farle sopravvivere, a causa dell'assenza dei fiori.

Ma il miele è solo uno degli esempi citati dal WWF. Il 2021 è innanzitutto considerato l'anno nero della frutta prodotta in Italia, con un calo medio del 27 percento. Oltre un frutto su quattro è andato perduto a causa di gelate, siccità, grandinate e altri eventi meteo catalizzati dai cambiamenti climatici, spiega l'organizzazione ambientalista. Le varietà più colpite sono state le pere e le pesche, con un – 69 percento e un – 48 percento della produzione rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Solo nel Lazio, a causa delle gelate tardive, è andato perduto il 70 percento delle nocciole. Per quanto concerne il riso, del quale l'Italia è il primo produttore europeo coprendo ben il 50 percento della produzione continentale, i cambiamenti climatici hanno portato a un calo della produzione del 10 percento. Anche la produzione media di vino è calata del 9 percento a causa del clima impazzito; in alcune Regioni il calo è stato compreso tra il 15 e il 25 percento, ma con picchi fino al 50 percento (solo Sicilia e Campania hanno fatto registrare un aumento di produzione). Per quanto concerne l'olio, è stata osservata una crescita del 15 percento, molto inferiore rispetto a quella attesa. Ma il trend positivo della media nazionale cozza col dato di alcune Regioni del Centro-Sud, dove il calo è stato fino all'80 percento.

Grandinate, gelate, siccità e altri fenomeni atmosferici sono naturalmente presenti e fanno parte della storia Mediterranea, tuttavia è la loro frequenza e intensità ad essere diventata anomala, proprio a causa dei cambiamenti climatici. Come sottolineato dal WWF, in base ai dati dell’European Severe Weather Database (ESWD) – una banca dati europea dedicata alla catalogazione degli eventi climatici estremi – quest'anno in Italia si sono verificati circa 1500 estremi, con un incremento del 65 percento di alluvioni, trombe d'aria, grandinate, nubifragi e ondate di calore rispetto agli anni precedenti. Nell'autunno appena cominciato sono stati già oltre 100 gli eventi atmosferici estremi, in alcuni casi anche 20 concentrati in un solo giorno. E maggiore sarà l'aumento della temperatura media rispetto all'epoca preindustriale, peggiore sarà il numero e l'intensità di questi fenomeni, che rischiano letteralmente di cancellare intere produzioni agricole.

74 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views