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Sulla Luna c’è più acqua del previsto: ecco quanta e dove

Grazie ai dati raccolti da spettrometri orbitali i ricercatori hanno determinato che la Luna è ricca di antichi e peculiari depositi vulcanici, le cui rocce contengono tracce di acqua che può essere estratta.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca della Brown University di Providence (Stati Uniti) ha determinato che sulla Luna è presente molta più acqua di quel che si credesse, concentrata in vasti depositi di rocce vulcaniche e racchiusa all'interno di granuli (perle) di vetro. La quantità rilevata in queste rocce è simile a quella presente nei basalti terrestri. Campioni contenenti tracce di acqua furono recuperati durante le missioni Apollo 15 e 17, tuttavia gli scienziati, sino ad oggi, non sapevano se si trattasse di una semplice anomalia oppure di una condizione diffusa sul territorio lunare. Sfruttando i dati raccolti da spettrometri orbitali equipaggiati sui satelliti, come ad esempio quelli della vecchia sonda indiana Chandrayaan-1, i ricercatori coordinati dal professor Ralph Milliken e dal dottor Shuai Li sono riusciti a determinare la ricchezza di tali depositi.

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“Attraverso i dati orbitali – ha sottolineato il professor Milliken – possiamo esaminare i grandi depositi piroclastici sul nostro satellite che non sono mai stati campionati dalle missioni Apollo o Luna. Il fatto che quasi tutti abbiano delle ‘firme' di acqua suggerisce che i campioni di Apollo non fossero anomali, dunque è possibile che la parte interna della Luna sia bagnata”. Rilevare i composti presenti nel suolo lunare non è un compito semplice attraverso gli spettrometri orbitali, dato che possono essere facilmente disturbati dal calore prodotto dalla luce solare, per questa ragione il team americano ha dovuto mappare termicamente con accuratezza tutte le aree di interesse per l'indagine.

Le rocce contenenti acqua sono risultate essere distribuite praticamente su tutta la superficie, per questa ragione gli studiosi ritengono che lo stesso mantello della Luna possa essere ricco del prezioso liquido. Il dato è interessante per due ragioni: la prima risiede nelle origini della Luna, che secondo la teoria più accreditata si sarebbe formata in seguito alla collisione di un pianetino (grande come Marte) contro la Terra in formazione. Un tale impatto, infatti, avrebbe aumentato così tanto le temperature da impedire alla Luna di trattenere l'idrogeno, elemento fondamentale dell'acqua. La nuova scoperta indica invece che l'elemento è sopravvissuto e anche in abbondanza, dunque potrebbe essere stato portato in una fase successiva da meteoriti o comete. In secondo luogo questi depositi piroclastici, dai quali potenzialmente è possibile estrarne l'acqua, potrebbero rappresentare un incentivo alla costruzione di basi lunari e prime colonie umane. Estrarre l'acqua direttamente in loco permetterebbe infatti di ridurre sensibilmente il costo dei viaggi. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Geoscience.

[Foto di Andrea Centini]

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