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Strumento dal cuore italiano pronto a rivoluzionare la caccia al “sosia” della Terra

L’ESPRESSO, acronimo di “Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations”, è un sensibilissimo spettrografo equipaggiato sul potente telescopio VLT dell’Osservatorio Australe Europeo. Il suo scopo è indagare nella fascia abitabile delle stelle simili al Sole per scovare esopianeti simili alla Terra.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESO
Credit: ESO

A circa un anno dalla sua installazione sul potente Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Australe (ESO), lo strumento dal cuore italiano “ESPRESSO” è pronto e collaudato per rivoluzionare la caccia agli esopianeti rocciosi simili alla Terra. Si tratta infatti di un super spettrografo talmente sensibile da poter intercettare variazioni di movimento nella velocità radiale delle stelle di pochissimi centimetri al secondo. Poiché tali oscillazioni (legate alla gravità) sono influenzate dalla presenza dei pianeti, in base alle variazioni rilevate dallo strumento è possibile determinare il tipo di pianeta che sta orbitando attorno a una determinata stella.

L'obiettivo degli scienziati dell'Osservatorio del Paranal in Cile, dove è installato il VLT dell'ESO e dunque l'ESPRESSO, è puntare i pianeti rocciosi nella zona abitabile di stelle simile al Sole, cioè nane gialle. I pianeti che si trovano in questa specifica area circumstellare (chiamati pianeti Goldilock) sono quelli che possono ospitare acqua allo stato liquido sulla loro superficie. Ciò è dovuto alla distanza dalla stella di riferimento, che li irradia allo stesso modo in cui il Sole illumina la Terra. Ecco perché con l'ESPRESSO saremo in grado di individuare pianeti affini al nostro, magari un vero e proprio “gemello”, ospitale e forse ricco di biodiversità aliena. Naturalmente grazie al supporto dei telescopi spaziali di prossima generazione, come l'attesissimo James Webb Space Telescope che dovrebbe essere lanciato nel 2020, sarà possibile raccogliere dati molto più precisi su questi mondi, ad esempio quelli della fondamentale composizione atmosferica.

Come indicato l'ESPRESSO è uno strumento che “parla” anche italiano; alla sua realizzazione hanno infatti collaborato istituti del Bel Paese come l'Osservatorio Astronomico di Trieste e l'Osservatorio Astronomico di Brera, entrambi facenti parte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Tra i vari partner internazionali del consorzio ESO che hanno contribuito ci sono anche l'Istituto di astrofisica delle Canarie, l'Istituto di Fisica dell'Università di Berna e il Centro per l'astrofisica dell'Università di Porto. Poiché lo strumento ha raggiunto la piena operatività sarà protagonista di una conferenza stampa all'osservatorio dell'INAF di Brera, in provincia di Milano.

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