1.922 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Spray nasale previene infezione da coronavirus nei furetti: speranze per test sull’uomo

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università Columbia di New York ha messo a punto uno spray nasale in grado di prevenire l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 nei furetti. Lo spray si basa su una molecola chiamata “lipopeptide” che impedisce al virus di legarsi alle cellule. La speranza è che sia altrettanto efficace nell’uomo.
A cura di Andrea Centini
1.922 CONDIVISIONI
Il coronavirus visto al microscopio elettronico. Credit: NIAID
Il coronavirus visto al microscopio elettronico. Credit: NIAID
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Uno spray nasale potenzialmente rivoluzionario è stato in grado di prevenire l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 nei furetti trattati. Lo spray, in parole semplici, agisce come una sorta di "vaccino", impedendo al patogeno emerso in Cina di aggredire le cellule umane e replicarsi, scongiurando di fatto l'infezione (chiamata COVID-19). Qualora il trattamento dovesse funzionare con la stessa efficacia anche nell'uomo – sono in programmazione i primi test clinici -, potremmo avere presto un'arma estremamente preziosa per combattere la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero.

A sviluppare lo spray nasale è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati americani del Medical Center dell'Università Columbia di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Erasmus MC di Rotterdam (Paesi Bassi), dell'Università Cornell di Ithaca e dell'Università del Wisconsin. Gli scienziati, coordinati dal professor Matteo Porotto, microbiologo presso l'ateneo newyorchese, hanno messo a punto lo spray nasale basandosi su una molecola chiamata lipopeptide (un lipide associato a un peptide) che ha la capacità di “sbarrare la porta” al coronavirus SARS-CoV-2. In parole semplici, impedisce alla proteina S o Spike del patogeno di agganciarsi al recettore ACE2 delle cellule umane, bloccando di fatto il processo di replicazione e dunque l'infezione. Nello specifico, quando la proteina S si lega alle cellule umane, si scinde in due componenti amminoacidici, per i quali il lipopeptide è complementare (tecnicamente si tratta di un un inibitore della fusione lipopeptidica dimerica). Lo spray offre una “serratura” diversa al virus che così non attacca le cellule umane e viene neutralizzato.

Per dimostrare l'efficacia dello spray sono stati coinvolti sei furetti, animali nei quali il virus si replica benissimo nelle vie aeree, come osservato in un recente studio dell'Istituto di Ricerca Veterinaria di Harbin (Cina). Gli scienziati hanno infettato deliberatamente uno degli esemplari, due sono stati trattati con uno spray placebo e tre hanno ricevuto lo spray nasale basato sul lipopetide. I furetti sono stati divisi a coppie e gli scienziati li hanno monitorati per determinare l'efficacia del farmaco. Dopo 24 ore trascorse assieme, tutti gli esemplari trattati con placebo hanno sviluppato l'infezione da coronavirus, mentre quelli che hanno ricevuto lo spray con il lipopeptide sono risultati protetti. "La replicazione del virus è stata completamente bloccata", hanno sottolineato gli autori dello studio. Come dichiarato al New York Times dal professor Peter J. Hotez, docente presso la National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine, questa nuova terapia sembra “davvero promettente”.

I lipopetidi sono considerati altamente stabili e non tossici, come scrivono Porotto e colleghi nell'abstract della propria ricerca, inoltre possono essere prodotti come una sorta di polvere secca, che può essere spedita facilmente anche nelle aree più remote, dove non si ha accesso agevole a farmaci all'avanguardia come i costosi anticorpi monoclonali. Il fatto che lo spray nasale funzioni efficacemente nei furetti, ovviamente, non significa che funzionerà altrettanto bene con le persone, ma l'approccio è promettente e potrebbe diventare estremamente prezioso nel contrasto alla pandemia. I primi studi sono stati finanziati dal National Institutes of Health (NIH) americano e si attendono ulteriori fondi per avviare la sperimentazione clinica. I dettagli della ricerca “Intranasal fusion inhibitory lipopeptide prevents direct contact SARS-CoV-2 transmission in ferrets” sono stati pubblicati sul database online MedrXiv e sono in attesa di revisione paritaria per la pubblicazione su una rivista scientifica.

1.922 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views