Solstizio, la porta dell’estate
La soglia è già stata varcata con qualche ora di anticipo: sì perché, sebbene la calda stagione cominci per l'emisfero boreale ufficialmente ed universalmente sempre il 21 di giugno, la data in cui cade il solstizio può subire delle piccole oscillazioni. Ciò accade a causa della reale durata dell'anno solare (che conta circa cinque ore in più rispetto ai 365 giorni del calendario): ogni anno, infatti, il solstizio si presenta "in ritardo" di qualche ora rispetto al precedente. Per evitare slittamenti, dunque, è intervenuta l'istituzione dell'anno bisestile che, con l'aggiunta di un giorno supplementare ogni quattro anni, risolve il problema di questa discrepanza, riportando "indietro" le lancette del giorno più lungo: ecco perché il solstizio d'estate può capitare il 20 o il 21 giugno nella nostra metà di globo terrestre (l'emisfero australe, infatti, è appena entrato nella stagione invernale). Ed ecco perché, per quest'anno, il solstizio è già passato.
Le due porte – Fenomeno da sempre investito di grandi significati simbolici, legati ai momenti di passaggio in cui l'umanità sente la necessità di affidarsi a riti invariati ed invariabili per accedere al "nuovo" e al futuro lasciandosi turbare il meno possibile dalle contingenze del presente, il solstizio d'estate è ancora oggi atteso da entusiasti aderenti a sette new age e, chiaramente, dalle migliaia di culture tradizionali che, disseminate in ogni angolo di mondo, talvolta anche nel cuore della nostra Europa, guardano con emozione ed osservanza ad usanze antichissime che il tempo ha mutato spesso nella forma ma poco nella sostanza. Inscindibilmente unito all'altro grande varco dell'anno, il solstizio di dicembre, la lunga notte che introduce alla stagione invernale, è congiunto alla stessa religione cristiana: se, infatti, pochi giorni dopo il 21 giugno viene festeggiata la notte di San Giovanni, il cugino del Cristo che ne anticipò la venuta sulla Terra e che per primo impose la cerimonia del Battesimo sule rive del Giordano, il solstizio invernale è seguito a breve distanza dalla celebrazione del Natale. Il Battista, colui il quale preparò l'umanità all'arrivo di chi avrebbe portato il mondo fuori dalle tenebre del paganesimo verso la luce della fede, beneficia di un onore che, sul calendario, spetta soltanto a Gesù: ovvero che se ne celebri la data di nascita, differentemente da quanto accade con tutti gli altri Santi ricordati nel giorno della propria morte, dies natalis perché momento dell'assunzione nel Regno dei Cieli. Ed evidentemente questo non è un caso.
Tramandare il rituale – La modernità non ha cancellato del tutto i vecchi rituali che l'umanità si è tramandata nell'arco di migliaia di anni: un filo ininterrotto lega usanze che affondano le radici nella notte dei tempi e immagini della contemporaneità che rimandano alle antiche credenze. In molti luoghi, il volto del solstizio estivo è mutato profondamente, pur non essendo stato cancellato dall'onda travolgente della scienza e della tecnologia. Gli aspetti più aggregativi sono rimasti intatti e, di anno in anno, vengono entusiasticamente trasmessi alle nuove leve della spiritualità che, puntualmente, si radunano nei luoghi deputati ad accogliere al meglio un fenomeno che ha conservato integro il proprio fascino: perché gli uomini hanno ancora bisogno di raccomandarsi alla natura (o ai Santi) per affrontare al meglio le paure e le angosce a cui li sottopone questa fragile esistenza.