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Siamo stati geneticamente modificati dallo zucchero: ecco quando e perché

Quando gli uomini da cacciatori-raccoglitori sono diventati agricoltori e allevatori, la dieta basata principalmente su proteine animali è stata sostituita da una ricchissima di carboidrati. Questo processo ha selezionato una mutazione genetica che garantisce una sorta di protezione dagli eccessi di glucosio nel sangue, favorendone il trasporto. Ma non tutti gli uomini moderni la presentano.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Free-photos
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Nell'uomo si è evoluta una mutazione genetica che aiuta a contrastare gli effetti nefasti delle diete ricche di zuccheri tenendo a bada la glicemia, ma non tutti la manifestano. In circa metà della popolazione mondiale, infatti, è ancora presente il gene non mutato legato alle diete preistoriche dei cacciatori-raccoglitori, più ricche di proteine animali e povere di carboidrati. Ciò esporrebbe queste persone a un rischio maggiore di sviluppare il diabete e a peggiorare la resistenza all'insulina.

Cambio di dieta. A scoprire questa peculiare mutazione genetica è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Imperial College London e dello University College London, Gran Bretagna, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università del Colorado, dell'Università di Stanford, dell'Università di Ferrara, del CNRS francese e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal dottor Matteo Fumagalli, hanno concentrato il proprio lavoro sul gene CLTCL1 che codifica per la proteina CHC22, fondamentale nel regolamentare il trasporto del glucosio nelle cellule adipose e muscolari. Analizzando i genomi di 2.504 persone del Global Genomes Project e quelli di altre 61 specie, Fumagalli e colleghi hanno studiato il modo in cui è variato il gene CHC22 nel corso della storia. In parole semplici, quando i nostri antenati da cacciatori-raccoglitori sono diventati agricoltori, allevatori e abili cuochi, passando da una dieta ricca di proteine a una ricca di carboidrati, è stata selezionata una mutazione di CLTCL1 che permette al nostro organismo di sopportare meglio l'eccesso di zuccheri, attraverso un meccanismo che elimina il glucosio dal sangue. Questa mutazione, tuttavia, non è presente in tutti, ma solo in una parte della popolazione mondiale.

I risultati. “Abbiamo scoperto che le persone hanno una differenza nel modo in cui il loro organismo può gestire i livelli di zucchero nel sangue, derivante da un processo evolutivo che sembra essere stato determinato dal cambio di dieta”, ha dichiarato il dottor Fumagalli. Non a caso la nuova mutazione "anti-zuccheri" è più comune nelle antiche popolazioni dedite all'agricoltura e in quelle moderne, ma non in quelle dei cacciatori-raccoglitori. Dunque sarebbe stata proprio la maggiore assunzione di zuccheri a farla "fissare" nella nosta specie. “Le persone con la variante più antica potrebbero dover essere più attente al consumo di carboidrati, ma sono necessarie ulteriori ricerche per capire come la variante genetica che abbiamo trovato possa influire sulla nostra fisiologia”, ha dichiarato la coautrice dello studio Frances M. Brodsky. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eLife.

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