Si sta avvicinando alla Terra, ma la NASA sta ancora cercando di capire cos’è
La missione di ricerca della NASA denominata NEOWISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), deputata allo studio e alla catalogazione di corpi celesti potenzialmente pericolosi per la Terra, ha individuato un misterioso corpo celeste lo scorso 26 novembre: l'oggetto, che dovrebbe avere un diametro compreso tra 500 metri e un chilometro, si sta avvicinando al nostro pianeta (ma non troppo) e mostra caratteristiche intermedie tra quelle di un asteroide e una cometa. Soprannominato 2016 WF9, l'oggetto è scuro e riflette solo una piccola percentuale della luce proiettata sulla sua superficie, caratteristiche che, assieme a quelle dell'orbita calcolata dagli astronomi, lo rendono del tutto simile a una cometa, ciò nonostante la scia di polvere e gas luminoso che caratterizza questi affascinanti corpi celesti è totalmente assente.
Gli scienziati dell'ente americano ritengono che possa trattarsi di una cometa che ha smesso di ‘brillare': “2016 WF9 potrebbe avere origini cometarie – ha sottolineato James Bauer del Jet Propulsion Laboratory della NASA – ed è un oggetto che illustra quanto possa essere sottile il confine tra asteroidi e comete”. “Forse nel tempo – ha aggiunto lo studioso – 2016 WF9 ha perso la maggior parte delle sostanze volatili che permangono sopra o appena sotto la superficie di questi corpi celesti”.
L'oggetto si sta avvicinando progressivamente alla Terra, e raggiungerà il perigeo (il punto più vicino al nostro pianeta) il prossimo 25 febbraio 2017, a una distanza comunque notevole, circa 51 milioni di chilometri, che ci mette al riparo da qualunque potenziale pericolo. La missione NEOWISE è stata riattivata nel dicembre 2013 dopo aver individuato ben 34 mila asteroidi: nel caso si trattasse di una cometa, 2016 WF9 sarebbe la decima dopo la riattivazione, oppure sarebbe il centesimo asteroide. I mesi scorsi la stessa missione ha scoperto la “cometa di Capodanno”, C/2016 U1 NEOWISE, che avremo la possibilità di osservare soltanto per altri dieci giorni, prima che si inoltri di nuovo verso lo spazio profondo.
[Foto di Fratisek_Krejci]