Si rischia il contagio da coronavirus in piscina? Cosa dice l’esperto
Grazie all'efficacia delle misure di contenimento introdotte in Italia per spezzare la catena dei contagi della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, da lunedì 4 maggio dovremmo entrare ufficialmente nella cosiddetta Fase 2, che porterà a un progressivo allentamento delle restrizioni (ma non alla fine dell'emergenza). La normalità che conoscevamo prima della pandemia, infatti, potrà essere riconquistata soltanto dopo la scoperta e la diffusione su scala globale di un vaccino sicuro ed efficace; fino ad allora dovremo convivere col patogeno, e misure come il distanziamento sociale e l'uso costante dei dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti monouso) resteranno raccomandati o obbligatori. Poiché gli assembramenti non saranno comunque consentiti, per la riapertura di determinati luoghi di aggregazione si prevedono tempi piuttosto: stadi, concerti, cinema e spettacoli teatrali probabilmente saranno gli ultimi ad aprire. Ma che ne sarà delle piscine? Se per il mare ancora non è chiaro come e se sarà possibile andarci, anche i frequentatori delle piscine si chiedono se ci saranno limitazioni particolari. Per capire se ci sono dei possibili rischi per le attività in piscina abbiamo contattato il professor Fabrizio Pregliasco, virologo presso il Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, Presidente Nazionale dell’A.N.P.A.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e Direttore Sanitario della Casa di Cura Ambrosiana SRL di Cesano Boscone. Ecco cosa ci ha detto.
Professor Pregliasco, per il mare si sta ancora discutendo se e come rendere disponibili gli accessi in estate, ma cosa può dirci delle piscine? Secondo lei sono sicure?
L'acqua di norma è clorata, e quindi se lo è uccide tutto. Il problema è l'ambiente caldo-umido degli spogliatoi, soprattutto delle piscine al coperto, che facilitano il mantenimento in aria dell'aerosol. E anche le zone umide dello “sputazzo” vicino al bordo della vasca e simili. Ovviamente devono essere in qualche modo ben gestite.
Quindi cloro e altri disinfettanti usati nelle piscine sono sufficienti a uccidere il coronavirus
Sì.
Lei le aprirebbe?
Sì, ma con limitazioni.
Per il distanziamento sociale in acqua è sempre sufficiente un metro o è preferibile che non finiscano in acqua troppe persone?
Non ci devono andare troppe persone, è chiaro.
A suffragio delle dichiarazioni del professor Pregliasco c'è anche un comunicato dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention) americani, dedicato proprio ai rischi di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 in acqua. "Non ci sono evidenze che la COVID-19 possa essere diffusa all'uomo attraverso l'uso di piscine, vasche idromassaggio o spa o parchi giochi acquatici", scrivono i CDC. "Il corretto funzionamento, la manutenzione e la disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine, vasche idromassaggio o spa e parchi giochi acquatici dovrebbero inattivare il virus che causa la COVID-19", conclude l'ente statunitense. Mantenendo il distanziamento sociale ed evitando che troppe persone usino contemporaneamente gli impianti, dunque, le piscine dovrebbero poter essere riaperte regolarmente.