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Si procura danni permanenti agli occhi guardando puntatore laser “giocattolo” per animali domestici

I puntatori laser possono rappresentare un serio pericolo per la vista, anche quelli a bassa potenza, come dimostra il case report di un ragazzino di 14 anni che fissandone uno per pochi secondi si è procurato danni permanenti alla vista. Il dispositivo ha letteralmente spazzato via i fotorecettori da una parte della retina, lasciando lesioni completamente nere.
A cura di Andrea Centini
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A destra, le lesioni causate dal laser - visibili come macchine nere - sulla retina del giovane. Credit: Wolters Kluwer Health, Inc.
A destra, le lesioni causate dal laser – visibili come macchine nere – sulla retina del giovane. Credit: Wolters Kluwer Health, Inc.

Un adolescente americano dell'Ohio si è causato danni permanenti alla vista osservando per alcuni secondi un puntatore laser, di quelli utilizzati per l'addestramento degli animali domestici. Normalmente questi dispositivi vengono pubblicizzati come strumenti a bassa potenza, ma come si evince dal caso del giovane si tratta di oggetti potenzialmente molto pericolosi, se non utilizzati nel modo corretto. Il ragazzino li stava utilizzando con un amico per giocare alla “guerra”, quando ne fissato uno per qualche secondo sperimentando un'immediata perdita della vista, causata da una sensazione di luce intensa nell'occhio, durata diversi minuti.

Nei mesi seguenti il ragazzo ha continuato ad avere problemi soprattutto all'occhio destro, con l'impossibilità di mettere a fuoco le lettere. A cinque mesi dall'incidente è stato accompagnato dai genitori dagli oftalmologi dell'Università Statale dell'Ohio, che hanno riscontrato i seri problemi causati dal laser. In parole semplici, il dispositivo ha letteralmente "spazzato via" una parte delle cellule della retina, quelle che permettono la vista e la visione dei colori. Nello specifico si tratta dei fotorecettori, neuroni specializzati conosciuti anche col nome di coni e bastoncelli. “Non è rimasto nulla, le aree colpite sono prive di coni”, ha dichiarato in un comunicato stampa dell'ateneo il professor Frederick Davidorf, docente di Oftalmologia e Scienze visive.

Alla visita oculistica tradizionale il ragazzo ha mostrato un danno visivo apparentemente non severo, dato che osservando con entrambi gli occhi riusciva a leggere quasi normalmente, fatta eccezione per alcune lettere che risultavano sfocate (il problema si acuiva tenendo chiuso l'occhio destro). È attraverso l'analisi con un sofisticatissimo strumento progettato dal professor Nathan Doble – docente di Optometria dell'università dell'Ohio – che gli scienziati hanno potuto evidenziare la gravità del danno procurato dal laser. Il dispositivo, un oftalmoscopio chiamato “optics-optical coherence tomography-scanning laser ophthalmoscope”, ha infatti evidenziato vere e proprie lesioni, che appaiono come macchie nere sul tappeto di cellule della retina. Ne sono state individuate due nell'occhio destro e una nell'occhio sinistro.

A diversi mesi di distanza dall'incidente le lesioni si sono ristrette e la vista del ragazzo ha continuato a migliorare, tuttavia, come specificato dal professor Davidorf “non guariranno mai completamente, resteranno sempre le cicatrici”. Gli scienziati sottolineano l'importanza di fare molta attenzione con i laser, anche quelli considerati a bassa potenza, proprio perché bastano pochi secondi per procurarsi danni permanenti. I dettagli del case report “Cone Photoreceptor Integrity assessed with Adaptive Optics Imaging after Laser-Pointer-Induced Retinal Injury” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Retinal Cases & Brief Reports.

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