Sfruttamento animale: organi per umani allevati nei corpi dei maiali
Ogni anno sono migliaia le persone che muoiono in attesa di un trapianto di organi e per loro la scienza cerca di fare il possibile per riuscire, nel breve termine, a trovare una soluzione efficace che non richieda necessariamente la morte di alcuni individui per garantire la sopravvivenza di altri. Ad oggi molti sono i passi in avanti fatti nel campo degli xenotrapianti, quelli cioè tra specie diverse. In questo senso qualche tempo fa avevamo parlato dello studio dei ricercatori della Harvard University che, utilizzando il sistema CRISPR–Cas9, avevano modificato il DNA di un maiale in 62 punti, disattivandone i retrovirus responsabili del rigetto.
Se una parte del mondo scientifico si sta impegnando per riuscire a trapiantare organi animali in esseri umani, ce n'è un'altra che punta a produrre questi stessi organi direttamente nel corpo di maiali e pecore. In pratica, in futuro potremmo avere animali il cui unico scopo nella vita sarà fungere da fabbriche di organi per gli esseri umani.
Ma andiamo per punti.
Dall'Università del Minnesota, il professor Daniel Garry, cardiologo, fa sapere di essere al lavoro su un progetto chimera che punta proprio a mixare parte del corredo genetico animale con parte di quello umano, inserendo cellule staminali umane all'interno di embrioni non umani, così da creare organi trapiantabili nei nostri corpi senza il rischio di rigetto. “Possiamo creare un animale senza il cuore – ha dichiarato il professor Garry – Abbiamo ingegnerizzato maiali che non hanno muscoli scheletrici e vasi sanguigni”.
Non si tratta di fantascienza, ma di realtà. Una realtà per la quale il professor Garry ha ottenuto sovvenzioni sostanziose.
Contro questo tipo di sperimentazione si è però schierato il National Institutes of Health che, in una nota, ha affermato pubblicamente di non voler finanziare una ricerca chimera tra umani e non umani.
Gli animali verrebbero dunque sfruttati senza limiti e con il rischio, addirittura, di sviluppare caratteristiche umane. Come suggerisce David Resnik dell'NIH, immaginiamoci un topo all'interno del quale siano state impiantate cellule staminali umani.
Come reagiremmo se, ad un certo punto, un topo bloccato in un laboratorio iniziasse ad urlare “Voglio uscire”?
Certo, è difficile pensare che possa accadere, ma non è impossibile.
Fino a che punto dello sfruttamento animale deve arrivare l'essere umano per imporre un limite?
Non ci basta già essere la causa della sesta estinzione di massa?