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Sette orche spiaggiate in Argentina: decine di volontari ne salvano sei. Morta la più grande

Grazie all’intervento di oltre 150 persone sono state salvate sei orche spiaggiate in Argentina, lungo la costa di Mar Chiquita. La più grande del gruppo, un maschio di circa cinque tonnellate, è invece morta sulla battigia. Volontari e soccorritori professionisti hanno lavorato diverse ore per riportare i cetacei in acqua.
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A cura di Andrea Centini
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Credit: Swim for Freedom-Marine Mammal Advocates/facebook
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Sette orche (Orcinus orca) si sono spiaggiate lungo la costa di Mar Chiquita in Argentina, a una ventina di chilometri di distanza da Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires. Una folla di persone si è immediatamente riversata sulla battigia per provare a salvare i maestosi cetacei, lottando con tutte le forze per riportarli in acqua. Dopo ore di tentativi e il supporto di soccorritori esperti sono riusciti a salvarne sei, mentre l'orca più grande, un maschio adulto con un peso superiore alle cinque tonnellate, ha purtroppo perso la vita. L'esemplare deceduto verrà studiato da biologi e veterinari dell'Acquario di Mar del Plata e dell'organizzazione Mundo Marino, che si erano uniti ai circa 150 volontari impegnati nella difficile missione di salvataggio.

Come sottolineato dalla Segretaria del Turismo e dell'Ambiente di Mar Chiquita Flavia Legune, è molto insolito vedere un intero pod (branco) di orche spiaggiato. Normalmente, infatti, di questa specie – appartenente alla famiglia dei delfinidi – se ne arena un singolo esemplare, dunque ci deve essere un motivo particolare dietro l'evento di massa avvenuto lungo la costa argentina. Gli scienziati proveranno a capire la presenza di eventuali malattie analizzando i campioni prelevati. Non si esclude che le orche possano essere finite sulla spiaggia dopo aver inseguito i leoni marini; la carcassa di un pinnipede è stata infatti trovata a poche decine di metri dai cetacei arenati. In Argentina alcune orche danno la caccia ai pinnipedi proprio sulla battigia, lanciandosi a tutta velocità tra le onde e tornando in acqua spingendosi con le pinne. È anche possibile che le orche si siano perdute o abbiano seguito la femmina capobranco (questi cetacei hanno una struttura sociale matriarcale) forse malata.

Per i soccorritori, in particolar modo per i passanti che si sono gettati in acqua noncuranti dell'abbigliamento poco idoneo, il salvataggio – durato in tutto sei ore – è stato un vero e proprio tour de force. In due hanno dovuto abbandonare e sono stati soccorsi dal personale medico per un principio di ipotermia e lo sfinimento. Fra l'altro per alcuni animali è stato necessario un salvataggio doppio, dato che sono tornati sulla riva dopo essere stati riportati in mare. Poiché non c'erano macchinari adatti al soccorso, gli uomini hanno spinto le orche a mani nude, con reti e imbracature di fortuna; uno sforzo enorme dato che le orche pesavano tra le 3 e le 4 tonnellate. Nel branco c'erano anche due esemplari più piccoli, i primi ad essere soccorsi dai volontari. Quando è stato lanciato l'allarme sono arrivati sul posto numerosi bagnini della zona, i vigili del fuoco di Santa Clara del Mar e ricercatori e studenti dell'Università Nazionale di Mar del Plata, che hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita a queste splendide crature.

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