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Scoperto un nuovo ceppo dell’HIV, il virus responsabile dell’AIDS: prima volta in 19 anni

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università del Missouri e dei Laboratori Abbott ha scoperto un nuovo ceppo del virus dell’HIV, un sottotipo appartenente al gruppo M. I ricercatori l’hanno identificato dopo aver sequenziato con nuove tecniche di bioinformatica un campione raccolto nel 2001 nella Repubblica Democratica del Congo. Un nuovo ceppo non veniva scoperto da circa 20 anni.
A cura di Andrea Centini
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È stato scoperto un nuovo ceppo del virus dell'HIV, responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Non avveniva da circa vent'anni, cioè da quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non mise a punto le linee guida per classificare i vari sottotipi dei virus dell'immunodeficienza umana, tecnicamente Lentivirus appartenenti al gruppo dei retrovirus. Il nuovo ceppo fa parte del gruppo M (è il decimo) ed è legato all'HIV-1, lo stesso alla base pandemia globale di AIDS.

Benché possa apparire una notizia allarmante, in realtà conoscere tutti i sottotipi del virus migliora la comprensione della malattia e l'efficacia dei test diagnostici. Inoltre i trattamenti ad oggi disponibili sono efficaci anche contro il nuovo ceppo, che è stato isolato in tre persone della Repubblica Democratica del Congo. A scoprirlo un team di ricerca internazionale guidato da scienziati americani della Scuola di Odontoiatria presso l'Università del Missouri (Kansas City) e del dipartimento di Ricerca sulle malattie infettive dei Laboratori Abbott Diagnostics di Abbott Park, nell'Illinois. Gli scienziati, coordinati dalle dottoresse Julie Yamaguchi, Carole McArthur e Mary Rodgers, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato attraverso teniche di bioinformatica le sequenze genomiche del campione CG-0018a-01 raccolto nel 2001 nel Paese centrafricano. I casi precedenti erano stati identificati nel 1983 e nel 1990, ma ne servono almeno tre per classificare un nuovo ceppo.

“Questa scoperta ci ricorda che per mettere fine alla pandemia si debba considerare questo virus in costante trasformazione e sfruttare le più avanzate tecnologie e risorse per monitorare la sua evoluzione”, ha dichiarato la coautrice dello studio Carole McArthur. Le ha fatto eco il professor Anthony Fauci, a capo dell'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive: “Non c'è motivo di farsi prendere dal panico e di preoccuparsene. Non sono molte le persone infette e si tratta di un valore anomalo”.

Per mappare e analizzare completamente il terzo campione, che sembrava leggermente diverso dai due più vecchi, il team di scienziati ha sviluppato nuove tecniche di sequenziamento. “È stato come cercare un ago in un pagliaio, e poi estrarlo con un magnete”, ha dichiarato la professoressa Rodgers, sottolineando la complessità della ricerca. Al momento non si sa se il ceppo appena scoperto possa avere un impatto sull'organismo differente da quelli già noti, ma come indicato dagli stessi scienziati non c'è motivo di preoccuparsi. In base alle stime dell'OMS nel mondo vivono quasi 37 milioni di persone affette dall'HIV, e 1,8 milioni sono state infettate solo nel 2016, secondo un recente rapporto dell'UNAIDS, il Il Programma delle Nazioni Unite per l'AIDS/HIV. I dettagli sul nuovo ceppo di HIV sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Acquired Immune Deficiency Syndrome.

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