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Scoperto il pentaquark, la “forza nucleare forte”

E’ ancora nel centro d’eccellenza europeo del Cern, a cui partecipa anche l’Italia con l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), che si registra l’ennesimo successo: la scoperta di una relazione di particelle teorizzata oltre cinquant’anni fa.
A cura di Redazione Scienze
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New Horizons ha impiegato quasi dieci anni per raggiungere Plutone, ma ce ne sono voluti cinquanta per inseguire il pentaquark. Il risultato storico è stato realizzato ancora una volta da un centro di ricerca di eccellenza in Europa e nel mondo, il Cern. Ancora una volta strumento della scoperta è stato l'acceleratore Large Hadron Collider (Lhc), quello che, per intenderci, "sconvò" il Bosone di Higgs. Il centro di ricerca di Ginevra ha confermato la presenza della materia formata da gruppi di cinque quark.

Il pentaquark era stato teorizzato negli anni Sessanta, ma finora gli scienziati erano riusciti a provare – appena nel 2013 – soltanto l'esistenza del tetraquark, ossia la materia composta da quattro quark. La presenza di altri due fermioni elementari (appunto i quark) stabilisce relazioni particolarmente forti nei nuclei degli atomi, la "forza nucleare forte" che apre le porte alla ricerca di una nuova serie di particelle subnucleari. Lo studio, pubblicato dalla Cornell University Library, conferma l'intuizione del fisico americano Murray Gell-Mann, che nel 1964 ipotizzò nuclei di atomo con interazioni di quattro quark, che tuttavia potevano contarne anche di più.

Patrick Koppenburg, coordinatore di fisica dell’Lhc, ha ammesso che sul pentaquark si è quasi "inciampati", infatti "non stavamo cercando proprio il pentaquark". Ma la "forza forte" – complice il caso – è stata scoperta con una certezza pari a 10 sigma, ossia c'è una sola possibilità di errore su 10 elevato alla 22a potenza. Per dare ufficialità ad una ricerca scientifica bastano 5 sigma. Il pentaquark, insomma, è realtà.

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