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Scoperta popolazione di 3mila orsi polari in buona salute: ottime notizie dall’Artico

Grazie a un’approfondita missione di monitoraggio, un team di zoologi americano ha scoperto una florida popolazione di orsi polari nell’area del Mare dei Ciukci, sito tra Alaska e Siberia. Gli scienziati hanno conteggiato ben tremila esemplari, registrando un buon tasso di riproduzione e di sopravvivenza dei cuccioli. Ma la minaccia dei cambiamenti climatici incombe su di loro.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Max Stephenson
Credit: Max Stephenson

Nell'area del Mare dei Ciukci, una porzione dell'Oceano Artico, è stata conteggiata per la prima volta una florida popolazione composta da tremila orsi polari (Ursus maritimus). Si tratta di una notizia incredibilmente positiva per una delle specie più minacciate dai cambiamenti climatici, responsabili dello scioglimento dei ghiacci e dunque dell'erosione dell'habitat dei maestosi plantigradi.

Benché gli orsi polari di quest'area al confine tra Alaska occidentale (Stati Uniti) e la regione siberiana di Chukota (Russia) venissero studiati da tempo, fino ad oggi non era mai stato effettuato un censimento formale. Grazie all'utilizzo di un elicottero e all'applicazione di collari GPS, un team di ricerca composto da studiosi del Marine Mammals Management – che fa parte dell'agenzia federale U.S. Fish and Wildlife Service – e dello U.S. Geological Survey è riuscito ad avere un quadro complessivo della situazione.

A soddisfare gli scienziati non vi sono solo i numeri, ma anche anche lo stato di salute, il tasso di riproduzione e la sopravvivenza dei cuccioli. Insomma, il Mare dei Ciukci è un vero e proprio paradiso per questi orsi, che purtroppo se la passano malissimo altrove. Ad esempio nel mare di Beaufort – al confine col Canada – le popolazioni mostrano evidenti segni di declino a causa dello scioglimento dei ghiacci, con un crollo nel numero degli esemplari e una difficoltà sempre maggiore nel trovare nutrimento. Gli orsi, infatti, sono costretti a nuotare per tratti di mare sempre più ampi, sono distrutti dalla fatica e denutriti per la carenza di cibo, condizioni che portano alla morte numerosi cuccioli e adulti.

Credit: Eric Regehr / Università di Washington
Credit: Eric Regehr / Università di Washington

Nel Mare dei Ciukci la situazione è diversa non solo perché i cambiamenti climatici non hanno ancora presentato il conto, ma per il fatto che grazie ai nutrienti provenienti dal Pacifico e alla bassa profondità si tratta di un mare pescoso e ricco di prede per gli orsi, in particolar modo foche. Inoltre durante l'estate si spiaggiano le carcasse delle balene morte per cause naturali, una fonte di cibo preziosissima quando manca il ghiaccio. Non è un caso che in un recente studio è stato calcolato che gli orsi polari di quest'area hanno la stessa quantità di grasso corporeo di 25 anni fa, un indicatore significativo sul loro stato di salute.

Naturalmente la buona notizia non deve far abbassare la guardia sulla tutela di questi animali, che restano classificati con codice VU (vulnerabili) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Il professor Eric V. Regehr che ha coordinato la ricerca, infatti, dichiarato che la differenza tra Mare dei Ciukci e Mare di Beaufort è come quella tra giorno e notte, e presto la situazione potrebbe cambiare anche dove gli orsi polari sono in salute. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

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