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Scoperta misteriosa corrente a getto nel cuore della Terra

Grazie ai tre satelliti della missione SWARM dell’ESA, avviata per studiare il campo magnetico terrestre, un team di ricercatori ha scoperto un fiume di ferro fuso nel nucleo della Terra.
A cura di Andrea Centini
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jet stream

Dopo l'affascinante rivelazione del segreto di Cerere, un pianeta nano nella fascia principale di asteroidi tra Marte e Giove, al meeting annuale dell'American Geophysical Union attualmente in corso a San Francisco è stato presentato un altro interessantissimo studio, che aiuterà a comprendere più a fondo il cuore del nostro pianeta, il nucleo di metallo fuso. Ricercatori dell'Università di Leeds, grazie al supporto dei tre satelliti SWARM dell'ESA, lanciati in orbita nel 2013 per studiare il campo magnetico terrestre, hanno infatti scoperto una corrente a getto (jet-stream) di ferro fuso che è stata paragonata ai jet-stream atmosferici, velocissimi flussi d'aria che scorrono da ovest verso est a un'altezza di circa undici chilometri dalla superficie. Queste correnti sono molto importanti per il traffico aereo perché possono velocizzare sensibilmente i voli se approcciate nel modo giusto.

La peculiare corrente a getto nel nucleo terrestre, che scorre sotto tremila chilometri di roccia, non è naturalmente così rapida, dato che i ricercatori coordinati dal professor Phil Livermore hanno stimato che essa si sposti di quaranta/cinquanta chilometri l'anno al massimo, principalmente in un'area tra l'Alaska e la Siberia. Questo fiume di ferro liquido, che ha una larghezza stimata di circa 420 chilometri e sarebbe attivo da centinaia di milioni di anni, per gli studiosi è la miglior spiegazione possibile alla caratteristica intensità del campo magnetico terrestre nella regione settentrionale del pianeta. “Conosciamo meglio il Sole che il nucleo terrestre – ha sottolineato il professor Chris Finlay, docente presso l'Università Tecnica della Danimarca – e la scoperta di questo getto di metallo fuso è un emozionante passo avanti per carpire i segreti sul funzionamento della parte più enigmatica della Terra”. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Geoscience.

[Illustrazione di ESA]

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