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Scienziato crea mascherine FFP2 con una macchina per lo zucchero filato e una stampante 3D

Filando la plastica riciclabile di bottiglie, buste e altri oggetti attraverso un comune macchinario per lo zucchero filato, uno scienziato della OIST Graduate University di Onna (Giappone) è riuscito a produrre filtri per mascherine FFP2/N95 con prestazioni paragonabili a quelli certificati. Grazie a una stampante 3D ha sviluppato anche una mascherina ad hoc in grado di supportarli.
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A cura di Andrea Centini
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La carenza di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ha rappresentato un problema significativo soprattutto durante la prima ondata dei contagi da coronavirus SARS-CoV-2, quando le principali autorità sanitarie non raccomandavano l'uso delle mascherine – si pensa per riservarle agli operatori sanitari – e si verificavano anche episodi di lotti bloccati e sequestrati durante il trasporto tra uno Stato e l'altro. Oggi, fortunatamente, non sussistono criticità di questo genere, tuttavia le scorte di DPI sono sempre limitate e spesso è ancora necessario fare di necessità virtù. Per questa ragione uno scienziato ha messo a punto una metodologia molto ingegnosa per ottenere respiratori facciali/mascherine filtranti professionali di tipo N95/FFP2 grazie alla plastica riciclabile, una stampante 3D e una macchina per lo zucchero filato, proprio come quelle che si vedono (o meglio, si vedevano) normalmente nelle fiere.

A sviluppare le innovative mascherine professionali è stato il fisico Mahesh M. Bandi, professore associato della Nonlinear and Non-equilibrium Physics Unit presso la OIST Graduate University di Onna, città della prefettura giapponese di Okinawa. L'obiettivo iniziale era quella di produrre filtri caricati elettricamente per respiratori professionali N95/FFP2 attraverso una procedura più rapida e meno dispendiosa di quelle tradizionali, così lo scienziato ha avuto la brillante idea di usare la plastica riciclabile delle bottiglie, delle buste per la spesa e di altri prodotti per “filarla” in un macchinario usato per lo zucchero filato, dopo l'opportuno riscaldamento. I primi test hanno dimostrato che la plastica così trattata creava una fitta rete del tutto simile a quella del vero zucchero filato, che risultava caricata elettricamente proprio grazie al processo di filatura. Esponendo il materiale sviluppato a uno ionizzatore d'aria, il professor Bandi ha ottenuto un materiale ancora più efficiente, che riesce ad attrarre e neutralizzare le particelle aeree eventualmente contaminate dal coronavirus SARS-CoV-2.

Lo scienziato ha testato i suoi filtri "artigianali" anche all'interno delle mascherine chirurgiche, ma pur funzionando egregiamente non si adattavano in modo adeguato, così ha deciso di produrre una mascherina originale grazie a una stampante 3D. In questo modo ha realizzato un prodotto estremamente efficiente e confortevole, che in rigorosi test di laboratorio ha ottenuto i medesimi risultati delle mascherine N95/FFP2 certificate. Al momento non è chiaro se Bandi voglia brevettare in qualche modo la sua idea o aprire un centro per la produzione in serie, ma ha dichiarato che la sua idea è disponibile per chiunque volesse metterla in pratica per avviare la produzione. I dettagli del suo progetto sono stati pubblicati nell'articolo “Electrocharged facepiece respirator fabrics using common materials” consultabile sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society A.

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