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Scienziati scoprono possibili metodi per prevenire le metastasi del cancro

Studiando il comportamento delle cellule tumorali disseminate (DTC) in grado di risvegliarsi e dar vita alle metastasi, un team di ricerca svizzero guidato da scienziati dell’Ospedale Universitario di Basilea ha scoperto che vi sono diversi possibili metodi basati sull’immunoterapia per impedire questo processo di “risveglio”.
A cura di Andrea Centini
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Uno degli aspetti più subdoli e pericolosi delle malattie oncologiche risiede nello sviluppo delle metastasi, cellule tumorali che si "sganciano" dalla massa originale e migrano in altri siti dell'organismo, dando vita a tumori secondari spesso fatali. Questo processo può verificarsi anche tempo dopo aver curato con successo un tumore principale, a causa del “risveglio” di cellule malate dormienti (chiamate cellule tumorali disseminate o DTC). Riuscire a prevenire l'attivazione delle metastasi rappresenterebbe una svolta storica nella lotta al cancro, una poliedrica famiglia di patologie che ogni anno colpisce venti milioni di persone nel mondo e ne uccide circa dieci milioni. Grazie a esperimenti su modelli murini (topi), un gruppo di scienziati ha scoperto diversi potenziali metodi per prevenire la formazione delle metastasi.

A fare questa importante scoperta, dalla portata rivoluzionaria, è stato un team di ricerca svizzero guidato da scienziati dell'Università di Basilea, dell'Istituto Friedrich Miescher per la ricerca biomedica e dell'Ospedale Universitario di Basilea, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di patologia Liestal – Ospedale cantonale Basilea Campagna, del Proteomics Core Facility e di altri centri di ricerca. I ricercatori, coordinati dai professori Ana Luisa Correia e Mohamed Bentires-Alj del Dipartimento di Medicina, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver studiato il comportamento delle cellule tumorali disseminate in tessuti umani e in topi. Nello specifico, hanno osservato il comportamento delle cellule malate di un tumore mammario migrate al fegato, dove sono rimaste dormienti o si sono "svegliate" dando vita alle metastasi.

La transizione da cellula dormiente a metastasi coinvolge due differenti tipologie di cellule, hanno spiegato gli autori dello studio in un comunicato stampa. Le prime sono le cellule chiamate “natural killer”, un gruppo di cellule immunitarie che hanno il compito di eliminare cellule anormali o infette, m anche di impedirne la proliferazione. Secernendo una sostanza chiamata interferone gamma, spiegano gli autori dello studio, le cellule natural killer fanno in modo che le cellule tumorali disseminate non si trasformino in metastasi. Le altre cellule coinvolte sono le cellule di Ito o cellule stellate epatiche, che quando si attivano, sono in grado di inibire le natural killer che hanno il compito di “tenere a bada” le cellule tumorali dormienti. L'attivazione delle cellule stellate epatiche può essere legata all'infiammazione cronica, spiegano i ricercatori.

Alla luce di questi meccanismi, la professoressa Correia e i colleghi hanno ipotizzato che per prevenire le metastasi potrebbero essere efficaci tre diversi metodi: una immunoterapia a base di interleuchina-15, progettata per far aumentare il numero di cellule natural killer nei tessuti; una terapia con interferone gamma, che impedisce alle cellule tumorali di risvegliarsi; e un'altra a base di farmaci inibitori per bloccare il processo di attivazione delle cellule stellate epatiche, responsabili del "silenziamento" delle natural killer. “Esistono già terapie appropriate per tutti questi approcci, ma devono ancora essere testate clinicamente”, scrivono gli autori dello studio.

“I nostri risultati aumentano la speranza per immunoterapie basate sulle cellule natural killer come strategia preventiva per i pazienti con cellule tumorali dormienti a rischio di sviluppare metastasi”, ha dichiarato il professor Bentires-Alj. “La prossima tappa sul lungo percorso verso un trattamento consolidato sarà dimostrare che la stimolazione delle cellule natural killer previene le metastasi nei pazienti umani. Attualmente stiamo cercando modi per finanziare questo prossimo passo e stiamo già discutendo con i nostri collaboratori clinici all'Ospedale Universitario di Basilea”. “Queste cellule sono una barriera naturale contro le metastasi nel fegato”, sottolinea la professoressa Correia. "Se potessero essere usate per prevenire lo sviluppo di metastasi anche in altre parti del corpo, potrebbe essere possibile prevenire in modo permanente la recidiva del cancro", ha aggiunto l'esperta. "Il mio team sta già studiando tali meccanismi in altri siti metastatici e i risultati sono promettenti", ha concluso il professor Bentires-Alj. I dettagli della ricerca “Hepatic stellate cells suppress NK cell-sustained breast cancer dormancy” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

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