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Schumacher, terapia top secret con staminali: l’esperto spiega il possibile intervento

Abbiamo contattato il professor Giacomo Frati per farci spiegare a quale tipo di trattamento “top secret” con cellule staminali potrebbe essere sottoposto Michael Schumacher, giunto all’ospedale Georges Pompidou di Parigi per essere seguito da Philippe Menasché. Frati, docente di Scienze tecniche mediche applicate all’Università Sapienza di Roma e dirigente presso il reparto di Cardiochirurgia del Policlinico Umbero I, in passato ha lavorato con Menasché proprio su un progetto dedicato alle staminali.
A cura di Andrea Centini
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L'ex campione di Formula 1 Michael Schumacher, come annunciato dal quotidiano Le Parisien, verrà sottoposto a una misteriosa terapia “top secret” a base di cellule staminali, che verrà eseguita dall'equipe del professor Philippe Menasché. Si tratta di un cardiochirurgo di fama internazionale dell'Hôpital Européen Georges Pompidou, a capo di un team dell'INSERM (Istituto nazionale di salute e ricerca medica) che si occupa di terapia cellulare per le malattie cardiovascolari. Menasché è considerato un pioniere nell'uso delle cellule staminali per il trattamento delle malattie del cuore, come l'insufficienza cardiaca, e il suo coinvolgimento nelle cure di Schumacher suggerisce che l'ex pilota, vittima di un grave incidente nel 2013, possa aver sviluppato un problema di questo tipo. Del resto il quadro clinico di Schumi è mantenuto sotto strettissimo riserbo e nessuno al di fuori del nucleo famigliare, degli amici intimi e del personale sanitario che si occupa di lui è a conoscenza del suo reale stato di salute. Nonostante ciò, il giornale francese – che non cita le fonti – indica che Schumacher sarebbe stato ricoverato presso il nosocomio parigino per essere sottoposto a una terapia “anti-infiammatoria sistemica” a base di cellule staminali. Per comprendere meglio il tipo di trattamento cui potrebbe essere sottoposto l'ex campione della Ferrari abbiamo contatto il professor Giacomo Frati, docente di Scienze tecniche mediche applicate presso la Facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università di Roma “Sapienza”. Frati è inoltre dirigente medico al reparto di Cardiochirurgia del Policlinico Umberto I di Roma e Direttore UP di “Tecnologie cellulari-molecolari applicate alle malattie cardiovascolari”. In passato ha collaborato proprio con Philippe Menasché nel trial clinico basato sulle cellule staminali “Cardiac stem cells program vs Myoblast Autologous Grafting in Ischemic Cardiopathy” (MAGIC).

Lo specialista italiano ha tenuto a precisare che non conosce il quadro clinico di Michael Schumacher e che naturalmente le sue sono considerazioni personali, sulla base di quanto emerso dalla stampa transalpina. Frati ipotizza che l'ex campione di Formula 1 sia autonomo sotto il profilo respiratorio, mentre dal punto di vista dei contatti esterni la sua condizione potrebbe essere abbastanza critica. “Non so se Schumacher abbia un problema di natura cardiaca, quello che è certo è che lui può fare anche terapie cellulari generalizzate”, ha sottolineato il medico ricordando l'assistenza specialistica di altissimo livello sulla quale può contare l'ex pilota. In merito a una terapia antiinfiammatoria sistemica, Frati suggerisce che Schumi potrebbe essere sottoposto a un trattamento innovativo sul quale sta lavorando anche lui. “Quello che mi viene in mente non è tanto l'utilizzo di cellule staminali, ma meccanismi paracrini sviluppati negli ultimi anni, che consistono non nell'iniettare direttamente la cellula, ma utilizzare vescicole (chiamate esosomi) secrete da cellule staminali che hanno proprietà paracrine”. Frati spiega che queste vescicole agiscono come un farmaco, secernendo delle sostanze come citochine antiinfiammatorie o microRNA che modulano in qualche modo vari meccanismi, compresi quelli antiinfiammatori. “È come se dessimo un piccolo farmaco, una piccola aspirina, un piccolo ibuprofene che media meccanismi antiinfiammatori”. Il cardiochirurgo italiano non sa se nel caso di Schumi un simile trattamento possa essere focalizzato per una terapia cardiaca, oppure se Menasché preveda di sfruttarlo con altri ricercatori dell'INSERM per altri meccanismi, ad esempio cerebrali. Frati precisa che nonostante le nuove frontiere terapeutiche “i miracoli non si fanno”; si ottengono infatti piccoli passi in avanti "che talvolta sono silenti, senza la percezione effettiva di un miglioramento". In altri termini, da questa terapia top secret non dobbiamo aspettarci un esito rivoluzionario sulle condizioni cliniche dell'ex pilota. Questo sempre tenendo presente che non si conosce il quadro clinico di Schumacher; non sappiamo ad esempio se sia intervenuto un problema cardiaco recente, o se questi meccanismi paracrini verranno effettivamente utilizzati per trattare l'infiammazione generalizzata.

Poiché le cellule staminali vengono utilizzate sperimentalmente per proteggere il sistema nervoso di chi è affetto da patologie neurodegenerative come la sclerosi multipla, abbiamo chiesto al professor Frati di spiegarci in che modo potrebbero essere utili a chi ha subito un incidente simile a quello di Schumacher. Il medico indica che un beneficio potrebbe essere offerto dalle cellule staminali mesenchimali, che possiedono “proprietà immunomodulatrici antiinfiammatorie” e che “funzionano abbastanza bene per questo scopo”. “Speculando su deficit di natura ischemica – ha aggiunto il professor Frati – progenitori endoteliali potrebbero essere utilizzati per creare microvascolatura. Non fanno nuovi vasi ma neoangiogenesi, cioè creano una piccola capillarizzazione che potrebbe portare più sangue in zone ischemiche come cuore e cervello”. Frati ha concluso sottolineando che un trattamento del genere in linea teorica avrebbero dovuto farlo alcuni anni fa, nel 2014/2015, una volta stabilizzato il quadro clinico dell'ex pilota. Per questa ragione ritiene più probabile che Schumacher possa essere sottoposto a una terapia paracrina con esosomi, sempre tenendo presente che non si sa nulla del quadro clinico dell'ex pilota e che si tratta solo di speculazioni.

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