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Scale Torino, Palermo e Mercalli: perché i disastri si misurano in “italiano”

Se le Scale Torino e Palermo servono per misurare la pericolosità di un eventuale impatto sulla Terra dei cosiddetti NEO, la Mercalli valuta l’intensità dei terremoti: ecco i sistemi per definire i disastri naturali ideate da italiani o nate nel nostro Paese.
A cura di Ida Artiaco
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Ogni qualvolta un asteroide pare si stia avvicinando alla Terra o la superficie comincia a tremare dando vita a terremoti si ricorre a precise unità di misura per stabilire la pericolosità e l'intensità di questi fenomeni. In tutto il mondo vengono adoperati dei sistemi, più comunemente noti come scale, per determinarne le dimensioni. Può essere solo un caso, ma tutte quelle utilizzate per valutare questi "disastri" sono italiane. Tre tra tutte: la Scala Torino, quella Palermo e, infine, la più nota Scala Mercalli. In realtà, il nostro Paese ha dato i natali ad una serie di personalità di spicco del panorama scientifico internazionale, ma è anche sede privilegiata di conferenze e incontri tra gli esperti di tutto il mondo e che ne hanno tra le mani le sorti. Ecco, allora, come e perché le catastrofi naturali si misurano in "italiano".

La Scala Torino e il rischio di impatto di oggetti sulla Terra

Probabilità di impatto secondo la Scala Torino (Wikipedia).
Probabilità di impatto secondo la Scala Torino (Wikipedia).

La Scala Torino si utilizza per misurare la pericolosità di un eventuale impatto di un asteroide o di una cometa, cioè dei cosiddetti NEO, Near-Earth object, come sono chiamati gli oggetti che potrebbero colpire la Terra, combinando la probabilità statistica e il potenziale danno derivato dall'energia cinetica sprigionata dall'impatto stesso. Prende questo nome perché, dopo essere stata creata dal professor Richard P. Binzel del dipartimento di Scienze Planetarie del Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 1995, ne fu presentata una nuova versione nel 1999 nel corso di una conferenza internazionale svoltasi proprio nel capoluogo piemontese. I partecipanti all'incontro decisero di chiamarla allora "Scala Torino", riconoscendo lo spirito di cooperazione mostrato negli sforzi globali nel comprendere il rischio posto dagli oggetti NEO.

La Scala Torino impiega numeri da 0 a 10, in ordine crescente, per decretare il rischio o meno di impatto di un determinato corpo celeste che si trovi nell'orbita della Terra. Con quello più basso, quindi con lo 0, vengono indicati oggetti con una possibilità quasi nulla di collisione, o con effetti eventualmente comparabili a quelli più comuni del normale pulviscolo spaziale. Un valore di 10 indica, invece, una collisione certa, con effetti su larga scala tali da far precipitare l'intero pianeta in un disastro globale. Per semplificare, la scala usa anche dei colori:

  • bianco: rischio nullo. Si applica a meteore o piccoli corpi che bruciano nell'atmosfera e che difficilmente impattano sulla superficie terrestre;
  • verde: rischio normale. Anche in questo caso, seppur il rischio sia più elevato, le probabilità di collisione restano molto basse e per nulla preoccupanti per la popolazione;
  • giallo: fenomeni meritevoli di attenzione. Corrispondono alle categorie 2-3-4. Ne fanno parte tutti quegli oggetti che hanno probabilità di collisione più alte di quelle che tipicamente può sperimentare la Terra su un arco temporale di alcuni decenni e per i quali è prioritaria l’accurata determinazione dell’orbita;
  • arancione: eventi minacciosi. Fanno parte di questa categoria tutti quegli impatti in grado di determinare devastazioni regionali o globali e che possono avere frequenza secolare;
  • rosso: collisioni certe. Rientrano in questo segmento le categorie 8-9-10, di cui fanno parte gli oggetti da cui l'atmosfera non può proteggerci, dando vita a una catastrofe climatica globale. Simili eventi avvengono ogni 1000-100,000 anni.

Finora, il livello più alto raggiunto è il 4, da parte di 99942 Apophis, un asteroide di 320 metri catalogato come NEO. Avrà un passaggio ravvicinato con la Terra il 13 aprile 2029, ma già nel 2006 venne declassato a 0 nella stessa scala, dopo calcoli più precisi della sua orbita.

La Scala Palermo per gli addetti ai lavori dei NEO

Come la Scala Torino, la Palermo si occupa di eventuale collisioni di corpi celesti, i NEO, con la superficie terrestre, prendendo il nome dall'omonima città siciliana. A differenza della precedente, però, è un sistema di misurazione riservato agli addetti ai lavori perché dà la possibilità di assegnare un grado di priorità agli eventi che nella Scala Torino erano classificati allo stesso livello. In  poche parole, in questo modo si riesce a quantificare più dettagliatamente il livello di preoccupazione connesso con la possibilità di un potenziale impatto futuro.

La Scala Palermo, di tipo logaritmico, combina in un singolo valore sia la probabilità di impatto, sia l'energia cinetica che verrebbe liberata nell'impatto stesso, e quindi il danno causato. Un valore 0 indica un rischio equivalente al rischio di fondo, definito come il rischio medio che un altro oggetto maggiore o uguale possa impattare la Terra nello stesso periodo, cioè fino al tempo del possibile impatto. Un valore +2 indica un rischio 100 volte maggiore del rischio di fondo. Ad agosto del 2014, il valore massimo è detenuto da 2009 FD, per 5 potenziali impatti tra l'anno 2185 e 2196.

Scala Mercalli per l'intensità dei terremoti

Intensità dei terremoti secondo la Scala Mercalli (Wikipedia).
Intensità dei terremoti secondo la Scala Mercalli (Wikipedia).

Si deve al geologo e sismologo di origini milanesi Giuseppe Mercalli l'invenzione dell'omonima scala utilizzata a livello globale per misurare l'intensità delle scosse sismiche in base agli effetti prodotti, soprattutto sugli edifici. Inizialmente composta da 10 gradi, fu espansa a 12 dal fisico italiano Adolfo Cancani e poi riscritta in seguito dal geofisico tedesco August Heinrich Sieberg, diventando nota come scala Mercalli-Cancani-Sieberg, abbreviata con MCS e detta brevemente Scala Mercalli. Si differenzia dalla Scala Richter, nota negli Stati Uniti con il nome di Mercalli Modificata, che fornisce una misurazione dell'energia liberata dal terremoto con il valore di magnitudo all'ipocentro registrato da un sismografo.

La Scala Mercalli, invece, non richiede l'utilizzo di strumenti di misurazione e per la sua caratteristica descrittiva può essere applicata anche alla classificazione di terremoti avvenuti in tempi storici, di cui sia rimasta una descrizione scritta. Tra quelli più significativi dell'epoca moderna si ricordi il sisma di Messina del 28 dicembre 1908, tra gli eventi naturali più catastrofici della storia dell'Europa. In soli 37 secondi il centro storico venne raso al suolo, il bilancio delle vittime fu pesantissimo, con circa 80mila morti su 140mila residenti, molti rimasero feriti e altri dispersi.

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