Rosetta, la sonda ci regala l’ultimo scatto segreto prima di schiantarsi sulla cometa
C'è un'ultima e ravvicinatissima immagine della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, scattata dalla sonda Rosetta il 30 settembre 2016 qualche istante prima di schiantarsi sulla superficie del corpo celeste ghiacciato. Lo scatto, che mostra una veduta sfocata della fossa ‘Deir el-Medina', il sito d'impatto, era nascosto nei dati telemetrici inviati dall'orbiter nella fase terminale della sua discesa; una fine meno ‘glorificata' di quella recente della sonda Cassini, ‘tuffatasi' il 15 settembre nell'atmosfera di Saturno, ma che tuttavia, a un anno esatto dell'addio, aveva ancora qualcosa in serbo per noi, un ultimo messaggio per raccontarci di quel mondo così lontano e ‘alieno'.
Lo scatto segreto era sfuggito sino ad oggi agli occhi degli scienziati semplicemente perché il software automatico deputato all'elaborazione dei dati inviati dalla sonda non lo interpretò come file di immagine. La ragione risiede nel fatto che l'invio da parte di Rosetta si interruppe a metà a causa del “touchdown”, e così quei preziosi pixel rimasero celati fra gli altri dati telemetrici. Analizzando a fondo questi pacchetti, i ricercatori coordinati dal professor Holger Sierks, responsabile dello fotocamera OSIRIS equipaggiati sulla sonda, hanno capito che poteva davvero qualcosa, e così, grazie al supporto di ingegneri informatici sono riusciti a estrapolare un'immagine al 53 percento.
Come specificato lo scatto ritrae il sito dove impattò Rosetta, una fossa ghiacciata chiamata dai ricercatori “Sais” come la città dove fu eretta la famosa stele egizia da cui ha preso il nome la missione ESA. Appare molto sfocato poiché con una compressione sensibilmente superiore a quella di un'immagine ottenuta in condizioni normali. Quando OSIRIS funzionò per l'ultima volta si trovava ad appena 5 metri dalla cometa, mentre lo scatto finale precedente, quello che sino ad oggi era considerato il ‘vero' finale, era stato scattato a 23/26 metri.
La missione Rosetta durò 12 anni, ma causa di problemi di budget è stata modificata e posticipata più volte. La sonda, nel progetto iniziale, avrebbe infatti dovuto raccogliere campioni dalla cometa e riportarli sulla Terra; alla fine si decise di costruire un lander (Philae) che fu sganciato sulla superficie di 67/p nel 2014.
[Credit: ESA/Rosetta/NAVCAM]