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Ritrovate le spoglie di Giambattista Vico?

Sotto il pavimento della Chiesa dei Gerolamini, nel cuore di Napoli, è venuta alla luce una salma che potrebbe appartenere al grande filosofo vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo.
A cura di Nadia Vitali
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Sotto il pavimento della Chiesa dei Gerolamini, nel cuore di Napoli, è venuto alla luce una salma che potrebbe appartenere al grande filosofo vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo.

La scoperta sarebbe straordinaria; proprio per questo gli esperti invitano a frenare gli entusiasmi, in attesa di un adeguato esame del DNA che potrebbe essere condotto sugli oggetti personali appartenuti al grande filosofo napoletano, vissuto tra ‘600 e ‘700. Fatto sta che gli elementi per credere di trovarsi di fronte proprio alla salma di Giovan Battista Vico ci sono: c'è la Chiesa dei Girolamini (foto), al di sotto della quale si sapeva di dover cercare le spoglie mortali di quell'uomo dalla mente superiore; e c'è il saio che, secondo alcuni scritti, venne messo addosso al cadavere prima della sepoltura.

Sotto il pavimento della Chiesa dei Gerolamini, nel cuore di Napoli, è venuto alla luce una salma che potrebbe appartenere al grande filosofo vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo.

Filosofi, primo tra tutti Benedetto Croce, eruditi, appassionati e studiosi della storia cittadina: nel corso dei decenni, le figure che hanno ceduto al fascino di ricostruire gli ultimi passi che il corpo di Vico avrebbe compiuto, per giungere fino al luogo dell'eterno riposo, si sono alternate senza riuscire ad arrivare ad un punto fermo. Fino ad oggi, forse. Una settimana fa il Mattino annunciava che don Sandro Marsano, giovane rettore dei Girolamini, aveva dichiarato il suo intento di riprendere le ricerche che in tanti avevano condotto prima di lui, dopo aver dedicato settimane intere allo studio di antichi documenti grazie ai quali poteva identificare un probabile luogo di sepoltura.

Grazie ad un particolare tipo di videocamera in grado di rilevare le variazioni di temperatura, di norma utilizzata dagli osservatori per monitorare aree vulcaniche e in cui sono presenti fenomeni come le fumarole, è iniziata la scansione del suolo posto al di sotto del pavimento della cappella del grande complesso di Via dei Tribunali, con la collaborazione di un geologo e di uno speleologo. Ma il contributo fondamentale, come riportato oggi dal Mattino, è stato dato da un lettore che, dopo aver appreso dell'inizio delle ricerche, la settimana scorsa, si è precipitato dagli studiosi a comunicare loro i risultati dei suoi studi giovanili, che il tempo non aveva cancellato.

Il luogo in cui si sarebbe trovato il corpo, secondo quest'uomo, un architetto ottantenne, era la «cappella dei fanciulli», al di sotto della quale una cripta celerebbe sotto il proprio pavimento i resti di Giambattista Vico. Miracolosamente, in questa cripta a cui si accede tramite una botola, sono stati ritrovati i resti di un individuo maschio posto lì secoli addietro; l'architetto sosteneva, inoltre, di aver letto che sul cadavere venne adagiato un saio che, effettivamente, potrebbe essere tra le tre vesti che la salma indossa, coperte da una giacca, forse la sua giacca da professore universitario.

Certo, bisognerà aspettare ancora gli esiti di esami più approfonditi per poter confermare la notizia: ma il fermento e l'emozione, per tutti coloro che hanno amato questo filosofo e quest'uomo, dalla vita sfortunata e dalla mente geniale, come sempre troppo avanti per i tempi in cui si era trovato a vivere, è a dir poco immensa. Al tempo, probabilmente, si scelse per lui una sepoltura appartata per evitare che il corpo venisse trafugato da quanti ne contendevano la salma. Auguriamoci, dunque, che il suo sonno eterno non sia stato troppo bruscamente disturbato, quest'oggi.

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