Risolto l’affascinante mistero dell’oscuramento della stella Betelgeuse
La stella Betelgeuse è la supergigante rossa più conosciuta del firmamento ed è il secondo astro più luminoso (dopo Rigel) della costellazione di Orione, una delle più affascinanti in assoluto. A partire da settembre del 2019 è stata protagonista di un mistero che ha appassionato astrofisici, astronomi e astrofili di tutto il mondo: la stella, infatti, che si trova al termine del proprio ciclo vitale, ha iniziato ha oscurarsi progressivamente, arrivando a perdere fino al 35 percento della sua luminosità nel febbraio del 2020. Gli studiosi ipotizzarono che potesse trattarsi di un segnale per l'imminente esplosione in Supernova. A poco meno di due anni dalla scoperta del curioso fenomeno, è stata determinata la causa della perdita di luminosità: l'espulsione di una enorme massa di gas (la cosiddetta “polvere di stelle”) che librandosi nello spazio, dopo il raffreddamento ha oscurato l'emisfero meridionale di Betelgeuse.
A determinare cos'è realmente accaduto alla supergigante rossa è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della Sorbona, dell'Università di Parigi e dell'Istituto di Astronomia dell'Università di Lovanio (Belgio), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Exoplanets and Stellar Astrophysics Laboratory del NASA Goddard Space Flight Center, del Dipartimento di Astronomica dell'Università del Michigan, dell'Osservatorio Europeo Australe (ESO), del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics e di altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dall'astrofisico Miguel Montargès dell'Osservatorio di Parigi, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver utilizzato modelli matematici e aver analizzato Betelgeuse con diversi strumenti, come il potentissimo Very Large Telescope dell'ESO.
Betelgeuse, che ha una massa fino a 20 volte quella del Sole e una luminosità oltre 130mila volte superiore, pur avendo solo circa 8,5 milioni di anni di "vita" in quanto supergigante rossa è prossima alla sua fine. La stella ha già esaurito l'idrogeno ed è passata a consumare l'elio, fin quando a causa della pressione e del calore insufficiente per fondere i suoi elementi non collasserà ed esploderà in supernova. Questo processo darà vita a un buco nero o a una stella di neutroni. Prima di questo evento drammatico e spettacolare la stella è destinata a perdere massa; l'oscuramento che ha emozionato il mondo è legato proprio a questo processo. L'espulsione della grande nube di gas è stata osservata attraverso il Telescopio Hubble, mentre con lo Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch ( SPHERE ) del VLT è stato determinato che la "schermatura" interessava la porzione meridionale della stella.
“Con Hubble, abbiamo potuto vedere il materiale mentre lasciava la superficie della stella e si spostava attraverso l'atmosfera, prima che si formasse la polvere che ha causato l'oscuramento della stella”, ha dichiarato in un comunicato stampa l'astrofisico Andrea Dupree dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Quando la temperatura della fotosfera della stella si è ridotta e i granelli di polvere si sono condensati e induriti, la nube ha fatto da vero e proprio schermo innescando la perdita di luminosità. “Abbiamo assistito direttamente alla formazione della cosiddetta polvere di stelle. La polvere espulsa dalle stelle fredde evolute, come l'espulsione a cui abbiamo appena assistito, potrebbe diventare gli elementi costitutivi dei pianeti terrestri e della vita”, ha dichiarato il professor Montargès. L'osservazione di Betelgeuse continuerà assiduamente al fine di studiare altri fenomeni associati alla fine delle supergiganti rosse. I dettagli della ricerca “A dusty veil shading Betelgeuse during its Great Dimming” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Astronomy.