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Risolto il mistero di STEVE, l’anomala aurora boreale viola scoperta per caso

Gli scienziati finalmente sanno cos’è STEVE, il fenomeno di luci unico che, anche se lo sembra, non è una ‘normale’ aurora boreale.
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A cura di Zeina Ayache
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Lo hanno chiamato STEVE ed è il fenomeno astronomico scoperto dalla rete che adesso, grazie agli studi della NASA e dell'ESA, non ha più segreti (o quasi). STEVE è un fascio di luce viola che può sembrare un'aurora boreale ma non lo è: svelati i suoi segreti.

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Cos'è STEVE. STEVE, il cui nome adesso è diventato l'acronimo ‘Strong Thermal Emission Velocity Enhancement', è un fascio di luce viole che però non è una normale aurora boreale in quanto quest'ultima ha una forma ovale, dura molte ore e è caratterizzata da colori come il verde, il blu e il rosse: STEVE invece è viole con qualche accenno di verde, è lineare, è possibile vederne l'inizio e la fine e dura da 20 minuti ad un'ora.

Steve e i campi magnetici. La caratteristica più interessante di Steve riguarda il suo ‘rapporto' con il campo magnetico terrestre: ‘lui' infatti rispetto alle normali aurore viaggia attraverso diverse linee del campo magnetico. Le telecamere utilizzate per osservare il fenomeno Steve hanno permesso di dimostrare che appare a latitidini più basse, questo significa che le particelle cariche che lo compongono si collegano a linee di campo magnetico che sono più vicine all'equatore terrestre, questo spiega anche perché lo vediamo nel sud del Canada.

Steve apre gli occhi alla scienza. I ricercatori hanno scoperto che Steve è il fenomeno visivo di una corrente molto veloce di particelle atomiche estremamente calde conosciuta come ‘sub auroral ion drift', cioè deriva di ioni sub aurorali, detta anche SAID. “Abbiamo studiato molto il SAID ma nessuno sapeva che si trattasse di una luce visibile”, spiegano i ricercatori.

Steve e la zona sub aurorale. Gli scienziati ci dicono che Steve è importante per lo studio della zona sub aurorale, un'area di latitudine inferiore rispetto a quella in cui attualmente compaiono le ‘normali' aurore e che non era stata ancora studiata bene: ora gli scienziati sanno che ci sono processi chimici sconosciuti nella zona sub aurorale che possono essere collegati ad emissioni di luce.

[Foto copertina di Krista Trinder]

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