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Rischia di sparire tra il 50% e il 99% delle popolazioni di foca dagli anelli entro il 2100

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che in 70 anni le popolazioni di foche dagli anelli rischiano letteralmente di crollare a causa dei cambiamenti climatici. L’assenza di neve soffice, infatti, non permette loro di costruire tane dove proteggersi da intemperie e predatori, decretando la morte di tantissimi cuccioli.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Ian Stirling
Credit: Ian Stirling

Le foche dagli anelli (Pusa hispida), i pinnipedi più diffusi e numerosi nell'emisfero settentrionale, rischiano letteralmente di collassare a causa dei cambiamenti climatici. Entro il 2100 si stima una drastica perdita di popolazioni in alcune aree, compresa tra il 50 percento e addirittura il 99 percento. Il declino è già iniziato, dato che si registra una elevatissima mortalità dei cuccioli, in costante e preoccupante ascesa. A determinare questo drammatico scenario è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati canadesi del Dipartimento di Scienze Biologiche dell'Università di Alberta, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Scienze Matematiche e Statistiche e dell'Università di Amsterdam.

Cambiamenti climatici. Uno degli effetti più temuti del riscaldamento globale è lo scioglimento dei ghiacci, in particolar modo nell'Artico, dove si registra un tasso di perdita del 12,8 percento per decennio. Questo processo, oltre a privare la fauna autoctona del proprio habitat naturale, determina un innalzamento del livello dei mari, che già alla fine del secolo potrebbe sommergere vaste aree costiere (metropoli comprese) e isole del Pacifico. Non si tratta dunque ‘soltanto' di un problema di foche, orsi polari e altre specie artiche, ma riguarda anche l'umanità. Incredibilmente, pur avendo impatto estremamente negativo sulla sopravvivenza degli animali, non è lo scioglimento dei ghiacci il fenomeno che sta portando le foche dagli anelli verso il collasso. È la mancanza di neve.

Morte sul ghiaccio. La carenza di neve soffice adagiata sul ghiaccio non permette a questi piccoli pinnipedi di scavare le tane, dove i cuccioli sono protetti dal freddo estremo e soprattutto dai predatori. Inoltre in esse vengono scavati tunnel direttamente a contatto con l'acqua, dove le foche si immergono per catturare agevolmente pesci e crostacei. Senza queste tane i piccoli nascono denutriti (molti pesano soltanto 10 chilogrammi) e direttamente sulle lastre di ghiaccio, dove sono esposti alle intemperie e ai predatori, come orsi polari, lupi e persino gabbiani, senza dimenticare orche e squali in acqua.

Un triste destino. Se non si agisce al più presto contro l'innalzamento delle temperature medie e il tasso di scioglimento di ghiaccio resterà immutato, gli scienziati guidati dalla professoressa Jody Reimer hanno determinato che spariranno dal 50 percento al 99 percento delle popolazioni di foca dagli anelli, con particolare riferimento a quelle al largo del Golfo di Amundsen e del Prince Albert Sound, in Canada. Reimer e colleghi hanno anche stimato che le foche dagli anelli saranno sempre più piccole, a causa di questo fenomeno. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Ecological Applications della Ecological Society of America.

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