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Riecco il morbillo, colpisce soprattutto adulti tra i 20 e i 40 anni

L’Asl di Milano ha reso noto che dall’inizio dell’anno ha contato 350 pazienti affetti da morbillo. Numeri ancora contenuti, ma che evidenziano l’inizio di una fase ascendente del ciclo epidemiologico.
A cura di Redazione Scienze
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Piccola paziente vaccinata con trivalente
Piccola paziente vaccinata con trivalente

Sono 350 le persone ammalatesi di morbillo dall'inizio dell'anno a Milano. Numeri contenuti, ma che rispetto al recente passato fa registrare un preoccupante aumento dei casi, numericamente limitato grazie all'ampia diffusione del vaccino tra i più giovani. Tuttavia, spiega Marino Faccini, responsabile profilassi e vaccini per l'Asl di Milano, "sono dati che comunque non vanno sottovalutati. Quella del morbillo è un’epidemia che ritorna ogni due-tre anni: negli ultimi mesi la situazione non sta interessando solo Milano, ma l’Italia intera". Il morbillo, del resto, è una malattia altamente contagiosa, come spiega il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università degli studi di Milano: "la trasmissione avviene facilmente anche perché non tutti i contagi da morbillo sono subito conclamati: i sintomi possono manifestarsi anche dopo diversi giorni". L'incubazione dura 10-12 giorni ed è in quel lasso di tempo che ogni malato diventa un moltiplicatore del virus. La maggior parte degli infetti, rileva l'Asl di Milano per i casi del 2013, rientra nella fascia adulta compresa tra i 20 e i 40 anni, che conferma la diffusione del morbillo presso quella popolazione che non ha ricevuto il vaccino nell'infanzia.

La soluzione? Dopotutto è molto semplice: "Chi non si è vaccinato – spiega Faccini – sebbene adulto è ancora in tempo per farlo: in questo modo eviterà sia di contrarre la malattia sia di portarla in casa ed eventualmente passarla ai figli più piccoli che ancora non hanno avuto il vaccino". Si tratta di una misura di profilassi facoltativa e gratuita che rientra nella cosiddetta trivalente (MPR: Morbillo Parotite Rosolia). Chi si è vaccinato da piccolo (di solito la trivalente si effettua dopo il primo anno di età) dovrà effettuare il richiamo intorno ai 56 anni. Conferma Pregliasco che "Il vaccino è una buona soluzione, anche perché mette al riparo da eventuali complicazioni della malattia quali la polmonite o l’encefalite. L’obiettivo del ministero della Salute è arrivare a vaccinare il 95 per cento della popolazione. Milano, sebbene più avanti rispetto ad altre zone d’Italia, è però ancora al di sotto della soglia dell’80 per cento".

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