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Respirare con la bocca quando si dorme fa male ai denti: aumenta il rischio carie

Tenere la bocca aperta mentre si dorme abbassa il pH del cavo orale, e l’acidità che ne deriva, oltre a impattare negativamente sullo smalto dei denti, favorisce lo sviluppo di altre patologie ed irritazioni.
A cura di Andrea Centini
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Le persone che russano o che respirano con la bocca quando dormono rischiano più facilmente la carie e altre patologie del cavo orale. Lo ha sottolineato il professor Lorenzo Breschi, docente presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna e presidente dell'Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa (Aic). Chi rischia di più sono soprattutto i bambini, dato che ammalandosi spesso di raffreddore, allergie e altre patologie respiratorie spesso respirano a bocca aperta, a causa dell'ostruzione delle vie nasali.

Ma perché tenere la bocca aperta mentre si dorme mette in pericolo la salute dei denti? La ragione risiede nel crollo del pH del cavo orale, come ha indicato lo stesso Breschi: “il fisiologico pH del cavo orale cala in modo significativo portando ad un netto aumento dell'acidità della bocca. E un ambiente più acido favorisce l'erosione e l'indebolimento dello smalto, anticamera dello sviluppo della carie”. L'impatto negativo è estremamente elevato, considerando che le persone che russano o che soffrono della fastidiosa sindrome da apnea notturna o SASH hanno un rischio del 37 percento superiore di sviluppare la carie.

Mantenendo la bocca chiusa il cavo orale si mantiene umido grazie al sottile strato di saliva che lo ricopre, il cui ruolo non è soltanto quello di ‘bagnarlo'. La soluzione contiene infatti enzimi, anticorpi e sali minerali che proteggono i denti bilanciando il pH, rinnovando la mineralizzazione dello smalto e tenendo lontani gli agenti patogeni grazie all'azione antibatterica. Se si dorme a bocca aperta lo strato di saliva evapora, l'acidità sale sensibilmente e il cavo orale resta alla mercé di batteri e di altre problematiche. “La secchezza orale quindi contribuisce a far salire i livelli di acidità e altera la flora batterica, favorendo, oltre alle carie anche la comparsa di irritazioni, stomatiti, afte e infiammazioni gengivali”, ha sottolineato il professor Breschi. Per questo, conclude l'esperto, trattare le patologie legate ai disturbi del sonno è fondamentale per proteggere anche la salute orale, sebbene queste patologie vengano scarsamente diagnosticate.

[Credit: Axelramos10]

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