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Questo anello di fuoco è la galassia dell’Universo primordiale più simile alla Via Lattea

Grazie al potente radiointerferometro Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA) posto in un deserto cileno, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani ha scoperto una antichissima galassia che ha tratti in comune con la Via Lattea, ovvero un disco rotante e un rigonfiamento centrale di stelle in formazione. Sino ad oggi si credeva che le galassie dell’Universo “bambino” fossero molto più disordinate, pertanto la scoperta di SPT0418-47 potrebbe portare a riscrivere i modelli evolutivi.
A cura di Andrea Centini
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La galassia SPT0418-47. Credit: ESO
La galassia SPT0418-47. Credit: ESO

Scoperta una remota galassia dell'Universo primordiale sorprendentemente simile alla Via Lattea, la galassia in cui si trova il Sistema solare e dunque anche la Terra con tutta l'umanità. L'antichissimo oggetto celeste ha stupito gli scienziati per le sue caratteristiche fisiche e l'incredibile ordine, che mal si sposano con i complessi modelli teorici che descrivono l'evoluzione delle galassie. In parole semplici, tutte le galassie dell'Universo "bambino" scoperte fino ad oggi risultavano caotiche, instabili, mentre quella appena individuata – chiamata SPT0418-47 – è molto ordinata.

A scoprirla è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Max-Planck Institute for Astrophysics di Garching, Germania, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Kapteyn Astronomical Institute dell'Università di Groningen (Paesi Bassi) e dell'Istituto ASTRON di Dwingeloo. I ricercatori, coordinati dalla dottoranda italiana Francesca Rizzo, hanno individuato la galassia remota grazie all'Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA), un sensibilissimo radiointerferometro sito in cima a un altopiano (Llano de Chajnantor) dell'arido deserto cileno di Atacama. La galassia si trova a ben 12 milardi di anni luce dalla Terra, e nelle immagini elaborate dai dati raccolti dall'ALMA appare come un anello di fuoco, non troppo dissimile dall'immagine del primo buco nero mai "fotografato".

L'aspetto ad anello è legato all'effetto della cosiddetta lente gravitazionale, utilizzato dagli scienziati per ingrandire la lontanissima galassia (servendosi di una più vicina). La luce che noi vediamo è appunto quella dell'Universo primordiale, quando aveva “appena” 1,4 miliardi di anni. Benché non abbia bracci a spirale come la Via Lattea, essa presenta due caratteristiche in comune con la nostra giovane galassia, ovvero un disco rotante e un rigonfiamento, composto da stelle nei pressi del centro galattico. Come sottolineato in un comunicato stampa dell'Osservatorio Europeo Australe (ESO), che gestisce l'ALMA insieme a diversi partner internazionali, questa è stata la prima volta in cui un rigonfiamento di stelle in formazione viene visto in una galassia dell'Universo primordiale. Ciò rende SPT0418-47 “la più lontana galassia simile alla Via Lattea”.

“Questo risultato rappresenta una vera svolta nel campo della formazione delle galassie, dimostrando che le strutture che osserviamo nelle galassie a spirale vicine e nella Via Lattea erano già presenti 12 miliardi di anni fa”, ha dichiarato la dottoressa Rizzo. “La grande sorpresa è stata scoprire che questa galassia è in realtà abbastanza simile alle galassie vicine, contrariamente a quanto previsto dai modelli e dalle precedenti osservazioni meno dettagliate” , le ha fatto eco Filippo Fraternali dell'ateneo olandese. “Quello che abbiamo scoperto è stato piuttosto sorprendente; nonostante la presenza di una rapida formazione stellare, e dunque sia il sito di processi altamente energetici, SPT0418-47 è il disco galattico meglio ordinato mai osservato nell'Universo primordiale. Questo risultato è abbastanza inaspettato e ha importanti implicazioni per il modo in cui pensiamo che le galassie si evolvano”, ha concluso la dottoressa Simona Vegetti, anch'essa del Max-Planck Institute for Astrophysics.

I risultati della ricerca potrebbero portare a rivalutare alcuni modelli matematici che descrivono l'evoluzione delle galassie, in particolar modo per quelle dell'universo primordiale, dove probabilmente erano molto meno caotiche di quello che si pensava fino ad oggi. I dettagli della ricerca “A dynamically cold disk galaxy in the early Universe” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

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