136 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Questi anelli possono rilevare la febbre e suggerirti la presenza di coronavirus

Analizzando i dati raccolti dagli “smart ring” assegnati a operatori sanitari e mettendoli a confronto con le positività al coronavirus SARS-CoV-2, un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università della California di San Francisco ha dimostrato che questi dispositivi possono suggerire la presenza dell’infezione rilevando la febbre impercettibile.
A cura di Andrea Centini
136 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La diagnosi precoce della COVID-19, l'infezione dal coronavirus SARS-CoV-2, è importante sia per la salute di chi è stato contagiato che per quella pubblica, dato che grazie all'isolamento si impedisce la diffusione del patogeno nella comunità. Un aiuto da questo punto di vista potrebbe arrivare dai cosiddetti smart ring, gli “anelli intelligenti” che monitorano costantemente i nostri parametri vitali (come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna), oltre a febbre, durata dell'alternanza tra sonno e veglia e altro ancora. Un nuovo studio ha dimostrato che questi dispositivi indossabili possono far emergere casi di COVID-19 anche quando non sono sospettati, grazie al rilevamento di sottili variazioni della temperatura corporea che non sono sempre vengono interpretati come “febbre” da chi li manifesta.

A determinare che gli anelli intelligenti potrebbero fornire un prezioso aiuto nel contrasto al coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'Osher Center for Integrative Medicine e del Dipartimento di Psichiatria dell'Università della California di San Francisco, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi Dipartimento di Management presso il Baruch College dell'Università della Città di New York (CUNY). Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Ashley Mason, sono giunti alle loro conclusioni dopo messo a confronto i dati raccolti dagli anelli intelligenti – assegnati a operatori sanitari statunitensi – con quelli delle infezioni da coronavirus determinate dai tamponi oro-rinofaringei (e non sempre sintomatiche).

In uno studio preliminare, Mason e colleghi si sono concentrati sui dati di 50 partecipanti allo studio (tutti positivi) fra gli oltre 3.400 medici e infermieri che hanno ricevuto l'anello intelligente, un modello prodotto da una casa finlandese che si interfaccia con una App. Dall'analisi statistica è emerso che in 38 su 50 avevano sviluppato febbre, ma non l'avevano segnalata come sintomo o addirittura era passata totalmente inosservata, come si legge in un comunicato stampa pubblicato dall'ateneo di San Francisco. In pratica, non si erano accorti di averla avuta, mentre l'anello l'aveva rilevata. “Ciò solleva la questione di quanti casi asintomatici siano veramente asintomatici e quanti potrebbero essere semplicemente inosservati o non segnalati”, ha dichiarato il coautore dello studio Benjamin Smarr, suggerendo che la reale porzione di chi non sviluppa sintomi possa essere molto inferiore di quella stimata. “Le nostre analisi supportano l'ipotesi che i sensori indossabili possano rilevare malattie in assenza di riconoscimento dei sintomi”, si spiega nell'abstract dello studio.

La misurazione continua della temperatura corporea rispetto al singolo rilevamento – come avviene ad esempio con le “pistole” all'accesso di aeroporti, stazioni e alcuni locali pubblici – è sicuramente più significativa, come sottolineato da Mason e colleghi. “Molti fattori influenzano la temperatura corporea. Le persone entrano ed escono dalla febbre, e una temperatura che è chiaramente elevata per una persona potrebbe non essere un grande problema per un'altra persona. L'informazione continua della temperatura può identificare meglio la febbre”, ha dichiarato la coordinatrice dello studio. Dall'analisi dei dati i ricercatori hanno inoltre evidenziato anche che “l'aumento della frequenza cardiaca, la ridotta variabilità della frequenza cardiaca e l'aumento della frequenza respiratoria” erano associati alla COVID-19, tuttavia non in modo così rilevante come la febbre. Mason e colleghi si augurano che dispositivi simili possano favorire l'auto-isolamento e il contatto anticipato con i medici, per tutelare la propria salute e quella degli altri, riducendo la diffusione del virus. I dettagli della ricerca “Feasibility of continuous fever monitoring using wearable devices” sono stato pubblicati sulla rivista Scientific Reports del circuito Nature.

136 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views