Questa notte arrivano le leonidi
Certamente bisognerà sperare in una tregua del maltempo per poter assistere allo spettacolo che, ogni anno, regalano i cieli di novembre: stelle cadenti meno fortunate delle più celebri "colleghe" di agosto, le Leonidi non sono meno affascinanti ma, inevitabilmente, strettamente dipendenti per la loro osservazione dalle condizioni climatiche. La buona notizia, comunque, è che la luna crescente, visibile appena nella notte tra il 17 ed il 18, offrirà un cielo buio in cui sarà possibile ammirare al meglio il picco dello sciame meteorico atteso da astrofili e curiosi.
Il nome Leonidi si deve al fatto che il punto da cui sembra provenire questa cascata è localizzato nella Costellazione del Leone: in verità, lo sciame è il prodotto delle particelle emesse dalla Cometa Tempel-Tuttle al suo passaggio vicino al Sole. Ogni anno, verso la metà di novembre, la Terra, nel corso del suo movimento di rivoluzione attorno alla Stella, incontra questa scia di detriti che attraversa l'orbita terrestre ad una velocità di 72 chilometri al secondo. Note per le loro brillantezza, le Leonidi possono dare origine, di tanto in tanto, a vere e proprie tempeste capaci di far depositare sulla superficie del nostro Pianeta particelle per una quantità pari a diverse tonnellate.
Poiché il periodo orbitale della Cometa Tempel-Tuttle è di 33 anni, lo sciame meteorico è associato a questo ciclo: in altre parole, il picco di attività viene raggiunto nel periodo che segue immediatamente il passaggio della Cometa vicino al Sole. L'ultimo sciame particolarmente "turbolento" è stato quindi quello del 2002 quando fu possibile osservare fino a migliaia di stelle all'ora; nel 1833 e nel 1966 in alcune aree il fenomeno fu talmente evidente e forte da essere a tutt'oggi oggetto di studi. Oggi l'evento "stellare" dovrebbe manifestarsi in maniera evidente seppure non incredibilmente spettacolare, consentendo di ammirare fino a venti stelle l'ora: considerando che fino al prossimo picco nel 2031 il fenomeno andrà calando, vale la pena di sfidare il freddo e tentare.