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Questa misteriosa spirale è apparsa nei cieli del Pacifico meridionale: ecco cos’è

Una grande e misteriosa spirale è apparsa all’improvviso nei cieli del Pacifico meridionale, lasciando a bocca aperta molti osservatori. Il fenomeno si è verificato alle 18:00 del 18 giugno ed è stato visibile da diversi atolli e isole, dove è stato immortalato con video e fotografie finiti rapidamente su internet. Ecco cosa ha generato la spettacolare spirale.
A cura di Andrea Centini
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La spirale apparsa nei cieli del Pacifico. Credit: Beatrice Jeannin Mermoud/Olysh Fels/Niels DC/Kristen Tingzon/Association Calédonienne d'Astronomie/Facebook
La spirale apparsa nei cieli del Pacifico. Credit: Beatrice Jeannin Mermoud/Olysh Fels/Niels DC/Kristen Tingzon/Association Calédonienne d'Astronomie/Facebook

Alle 18:00 di venerdì 18 giugno una misteriosa spirale è apparsa nei cieli della Nuova Caledonia e della Repubblica di Vanuatu, nel cuore dell'Oceano Pacifico meridionale. Lo spettacolare fenomeno è stato immortalato con fotografie e video da diversi osservatori meravigliati, del tutto ignari dell'origine della grande spirale. In molti hanno immediatamente pensato agli UFO, o meglio, agli UAP (Fenomeni Aerei non Identificati), come preferiscono chiamarli oggi gli esperti, anche perché recentemente c'è stato un vero e proprio boom nella diffusione di materiale “riservato” da parte della marina militare americana. In questo caso, però, alieni o droni spia nemici non c'entrano affatto.

Tra i primi a comprendere di cosa potesse trattarsi vi sono stati i membri dell'Association Calédonienne d'Astronomie (ACA), che hanno pubblicato diversi post su Facebook a seguito del curioso avvistamento. “Diversi testimoni a Yaté, Thio, La Tontouta e a Vanuatu hanno visto questo strano fenomeno. Non abbiamo spiegazioni, ma siamo lontani dall'essere specialisti in questo genere di fenomeni. Sulla base della nostra ricerca iniziale, l'unico fenomeno simile ma ancora più drammatico è la Spirale norvegese nel 2009”, ha scritto l'ACA sulla bacheca del social network. Il riferimento è a un evento risultato visibile per una decina di minuti in tutti i cieli della Norvegia settentrionale. Come indicato da New Scientist, in quel caso il responsabile della spirale (molto più grande e con più giri di quella del Pacifico) fu un missile balistico intercontinentale russo chiamato Bulava: a causa di un guasto il missile iniziò a ruotare vorticosamente su sé stesso, dando vita alla spirale di carburante e fiamme che lasciò a bocca aperta migliaia di norvegesi.

Nell'Oceano Pacifico si è verificato un episodio almeno in parte paragonabile. A spiegare all'ACA cosa è accaduto l'astronomo americano Jonathan McDowell dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, tra i principali esperti mondiali di detriti spaziali. Lo scienziato, analizzando gli elenchi di tutti i lanci spaziali in programma, ha determinato con precisione che la spirale è stata generata dal secondo stadio di un razzo cineseLong March 2C”, lanciato il 18 giugno alle 06:25 UTC dal centro di Xichang per “liberare” quattro satelliti nell'orbita terrestre. In questo caso il getto che ha dato vita alla spirale non è stato causato da un danno, ma da una manovra di depressurizzazione deliberata per svuotare i serbatoi dal carburante residuo, ovvero dimetilidrazina asimmetrica o UDMH e perossido di azoto, come spiegato dal dottor McDowell, che ha seguito da molto da vicino anche tutta la vicenda del razzo cinese Long March 5B, precipitato sulla Terra senza controllo nelle settimane scorse.

Liberare i serbatoi dal carburante è una manovra utile per evitare che lo stadio del razzo esploda in cielo, facendo spargere i detriti in un'area molto più ampia e aumentando i rischi di incidenti. Lo scienziato americano ha confermato che una spirale simile era stata osservata anche a maggio – sempre a causa di un razzo Long March 2C –, mentre un'altra sarà visibile nel mese di luglio, quando sarà in programma un altro lancio da parte della Cina (la data precisa non è stata comunicata). Insomma, niente alieni o UAP, ma uno spettacolare fenomeno dovuto a detriti spaziali, che tuttavia hanno sempre un costo in termini di impatto ambientale.

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