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Questa coppia si tiene per mano da 700 anni

Rinvenuti dagli archeologi in Gran Bretagna, due scheletri il cui amore decisamente non è stato separato dalla morte.
A cura di Nadia Vitali
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Credit: University of Leicester Archaeological Services (ULAS)
Credit: University of Leicester Archaeological Services (ULAS)

Hanno riposato per sette secoli, nascosti dalla polvere del tempo e soltanto di recente sono tornati alla luce dopo il lavoro degli archeologi della University of Leicester: un uomo ed una donna, sepolti in quella che fino a poco fa era considerata una “cappella perduta”, stesi l’uno accanto all'altro e con le mani teneramente strette, esattamente come vennero sistemate da colui il quale ne depose i corpi.

I resti sono solo il ritrovamento più emozionante tra quelli effettuati nell'ambito del progetto Hallaton Fieldwork Group, il quale è servito a rivelare la completa planimetria della Cappella di Saint Morrell, nel Leicestershire, meta di pellegrinaggio presso Hallaton (oggi una contea di poche centinaia di abitanti) attorno al XIV secolo. Quattro anni di lavori che hanno coinvolto anche i volontari locali, rivelando la presenza di un cimitero. In totale, infatti, gli scavi hanno restituito undici scheletri, tutti disposti secondo orientamento est-ovest, come da tradizione cristiana: gli esami al radiocarbonio hanno consentito di stabilire che risalgono proprio al XIV secolo. Tra essi c’è quello di un uomo adulto ucciso da un’arma tagliente, presumibilmente in battaglia, e quello di un giovane sepolto con le proprie gambe sollevate fino al torace, possibile risultato di una condizione medica: le analisi di un suo dente avrebbero infatti rivelato la presenza di un trauma durante la prima infanzia.

Gli scavi presso la "cappella perduta". Credit: University of Leicester Archaeological Services (ULAS)
Gli scavi presso la "cappella perduta". Credit: University of Leicester Archaeological Services (ULAS)

Un cimitero per sepolture speciali?

Il problema che affascina gli studiosi riguarda il luogo in cui sono state sepolte queste persone: piuttosto singolare, infatti, deve essere stata la scelta di collocarli in un cimitero relativamente remoto anziché nella chiesa di Hallaton, consacrata a San Michele, la quale sicuramente si prestava allo scopo in maniera eccellente. Questo porta gli studiosi a ritenere che la “cappella perduta” fosse una sorta di "dependance" per sepolture speciali del tempo: ma di che tipo? Certo, potevano essere dei semplici criminali, magari non particolarmente graditi nella chiesa principale della comunità; non è neanche da escludere l’idea che si trattasse di persone malate, i cui cadaveri vennero tenuti lontani per questioni igieniche. Una delle ipotesi più verosimili, dato l’uso che si faceva all’epoca della cappella, è che quegli uomini e quelle donne fossero stati dei pellegrini. Del resto, nel 1641, l’antiquario William Burton scriveva a proposito di Hallaton (all’epoca Halloughton) come di un luogo di specialità santità, meta di persone ammalate che ci andavano a morire. Che la coppia di amanti di settecento anni fa sia giunta in questo luogo proprio con lo scopo di stringersi nell’ultimo abbraccio eterno? Difficilmente potremo mai saperlo, dato che l’oblio ne ha travolto i nomi e le storie, lasciandone appena le ossa. Sfortunatamente le informazioni indirette e le immagini relative alla chiesa sono andate perdute da molto tempo, impedendo di comprendere quale fu il vero contesto nell'ambito del quale i viandanti giungevano in questo luogo e, a quanto pare, a volte finivano i propri giorni.

La collina sacra

Gli scavi hanno consentito inoltre di identificare le pareti e il pavimento piastrellato della cappella, così come frammenti di una muratura in pietra, intonaco e il piombo proveniente dalle finestre. Gli archeologi hanno inoltre rinvenuto diverse monetine risalenti a periodi diversi, dal XII al XVI secolo, che indicano quindi durante quale arco di tempo la cappella fu utilizzata. Un altro aspetto importante degli scavi riguarda i resti romani presenti al di sotto della cappella, che includono una sorta di canale quadrato attorno al sito che testimonierebbe come la cima della collina fosse originariamente l’area su cui sorgeva un tempio romano, collocato a sole poche centinaia di metri da un’altra zona, reliquario fin dall'età del ferro, nella quale sono state già rinvenute monete, oggetti in argento, un elmo da cavaliere ritualmente sepolto. Insomma, tutto sembra suggerire che quella collina sia stata un luogo speciale per almeno 2.000 anni e, probabilmente, anche più.

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