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Quel passaggio delle navi da crociera nelle aree marine protette

L’usanza dell’inchino delle navi da crociera è in questi giorni oggetto di critiche e contestazioni. Ma il passaggio abituale sotto costa non è stato mai visto di buon occhio dagli ambientalisti, dal momento che le grosse imbarcazioni transitano spesso nelle aree marine protette, come accadeva per il Giglio ed Ischia e come, si spera, non accadrà mai più.
A cura di Nadia Vitali
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L usanza dell'inchino delle navi da crociera è in questi giorni oggetto di critiche e contestazioni. Ma il passaggio abituale sotto costa è stato sempre denunciato e criticato da quanti hanno a cuore l'ambiente, perché le grosse imbarcazioni transitano spesso nelle aree marine protette, come accadeva per il Giglio ed Ischia e come, si spera, non accadrà più.

In queste drammatiche ore, in cui si cercano ancora disperatamente le ultime 21 persone che mancano all'appello  tra i naufraghi della Costa Concordia, col fiato sospeso sono anche gli abitanti dell'isola del Giglio e gli ambientalisti: perché quel mare, da anni premiato da Legambiente con il massimo delle bandiere blu e delle vele, nasconde fondali preziosissimi non solo per la loro bellezza ma anche per il loro altissimo valore di rifugio di numerose specie. Lì dove si teme che tonnellate di combustibile possano finire nelle acque, distruggendone per sempre l'ecosistema, si susseguono praterie di Posidonia, anemoni, spugne, briozoi, cavallucci marini, granceole e, naturalmente, grosse quantità di pesci d'ogni tipo.

Un'area in cui l'ambiente non dovrebbe correre rischi nella maniera più totale, soprattutto in considerazione del fatto che l'arcipelago toscano è parte importantissima della vastissima area naturale marina protetta, Pelagos, il Santuario dei Cetacei tutelato da decreti del Presidente della Repubblica e del Ministero dell'Ambiente, così come il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e l'area protetta delle Secche della Meloria. Inevitabile chiedersi come fosse possibile che ad imbarcazioni tanto imponenti, non soltanto a quelle della compagnia Costa, venisse consentito di transitare, e anche di ancorarsi, proprio in quelle acque. La verità è che questo comportamento è di fatto vietato dalle normative delle Aree Marine Protette, e non esistono formalmente deroghe della legge, ma nella fattispecie è sempre stato tollerato, come ha recentemente evidenziato Peppe Mazzara, Presidente di Legambiente Ischia.

Proprio l'isola verde, infatti, è stata anch'essa spesso omaggiata con l'inchino delle navi da crociera, fortemente voluto tre anni fa dai commercianti allettati dall'ipotesi di un ritorno in termini di immagine e di finanze; e anche in questo caso, il passaggio degli immensi giganti avveniva in un'Amp, il Regno di Nettuno. Le manovre necessarie a giungere sotto costa, per sfilare a luci accese dinanzi ai comuni di Ischia Porto, Casamicciola e Lacco Ameno, dove i fondali sono per altro relativamente bassi, portano le imbarcazioni nella zona D dell'area protetta, dove interferiscono con i movimenti dei cetacei presenti; inoltre è accaduto talvolta che le navi ormeggiassero al largo del Castello Aragonese o tra Ischia e Casamicciola, ovvero in zona B, gettando le ancore sulle praterie di Posidonia. Un'usanza che obbliga, inoltre, i comandanti a non seguire la rotta abituale che introduce nel Golfo di Napoli tramite la Bocca Grande, ovvero transitando tra Ischia e Capri, ma espone a situazioni più pericolose nel canale tra Ischia e Vivara, nei pressi dell'isola di Procida.

Ora si comincia, dunque, a rivalutare il rituale dell'inchino nell'ormai inevitabile circo mediatico che, amaramente, è sorto intorno alla tragedia della Concordia; purtroppo quello che è accaduto rende il tutto molto più sensazionalistico, ai limiti del nauseabondo, ma il problema per queste aree che dovrebbero essere protette con ogni strumento possibile dalle autorità, è sempre stato segnalato e richiamato all'attenzione dagli ambientalisti. Soprattutto in virtù di un paradosso evidente che riguarda i divieti imposti alle piccole imbarcazioni che transitano nelle aree protette; Legambiente, in occasione della visita a Livorno del ministro dell'Ambiente, ha scritto una lettera aperta a Corrado Clini chiedendo Perché il grattacielo del mare di Costa Crociere naufraga dove è vietato il passaggio anche ad un gozzo? 

Lì, nell'area marina protetta, qualche mese fa sono caduti a mare dei fusti contenti delle materie tossiche, c'è chi vuole iniziare con le trivellazioni petrolifere o chi pretenderebbe di organizzare gare di offshore; «È probabile addirittura che lo scoglio incastrato nella chiglia della Costa Concordia sia un pezzo della zona A del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, la zona più delicata e, di conseguenza, quella a protezione integrale». Una protezione che non c'è stata: per distrazione, per inadeguatezza, per boria, adesso non è più importante saperlo. I capri espiatori non servono, ora è indispensabile adottare, imporre e pretendere da tutti comportamenti più responsabili.

 

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