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Quando è nata la Terra?

Un modello elaborato dagli scienziati avanzerebbe nuove ipotesi relative alla datazione del nostro Pianeta e anche del suo Satellite.
A cura di Nadia Vitali
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Image credit NASA/JPL-Caltech
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Da qualche anno ormai, le diverse speculazioni relative all'origine della Luna convergono verso l'ipotesi dell'apocalisse cosmica: un gigantesco impatto avvenuto negli abissi spaziali tra la Terra e Theia, presunto corpo celeste dalle dimensioni simili a quelle di Marte, che avrebbe causato il rilascio di materiale in orbita, in quantità tali da dare forma al nostro argenteo Satellite. La teoria ha finito per scalzare dal podio le contendenti: quella che cercava la nascita della Luna nella cattura gravitazionale da parte del nostro Pianeta di un oggetto originatosi in un altro punto del Sistema Solare ed errante fino a quando non si avvicinò troppo alla Terra; o quella della fissione, in cui la Luna sarebbe comunque figlia del nostro Pianeta, ma staccatasi dalla sua crosta (creando per giunta l'Oceano Pacifico) a causa dell'elevatissima velocità di rotazione che avrebbe caratterizzato le sue prime fasi.

Terra e Luna figlie dello stesso impatto?

Che la Terra e la Luna siano parenti molto vicine lo confermerebbero anche i campioni di suolo lunare che gli scienziati delle missioni Apollo hanno riportato a casa in più occasioni: non va però dimenticato come tali dati siano sempre sottoposti a revisioni data la presenza di visibili incongruenze con i modelli teorici, come la presenza di elementi volatili che la collisione avrebbe dovuto "sacrificare", o il fatto che la Luna somigli morfologicamente troppo alla Terra e troppo poco a Theia che, in ogni caso, sarebbe stato il suo altro genitore. Tuttavia la comunità scientifica è sempre più unanimemente orientata a cercare in un clamoroso impatto cosmico l'origine della Luna: quindi perché, a questo punto, non provare a collocarlo cronologicamente? Ci hanno provato Seth Jacobson ed Alessandro Morbidelli, dell’Observatoire de la Cote d’Azur presso Nizza, consapevoli del fatto che la risposta avrebbe fornito un'altra data di nascita ancora più importante: quella della Terra.

Se sappiamo, infatti, con una certa precisione come gli albori del Sistema Solare siano da cercarsi in 4.568 miliardi di anni fa, non è possibile conoscere con la medesima accuratezza quando la Terra divenne quella che conosciamo oggi. Ai tempi dei primordi del Sistema Solare, infatti, l'aspetto dei nostri dintorni doveva apparire assai diverso da quello che siamo abituati a conoscere: di Pianeti non c'era molto, appena microscopici granelli di polveri i quali, aggregandosi, finirono per formare corpi progressivamente più massicci. In seguito furono proprio le collisioni tra questi oggetti che portarono alla nascita nuovi ulteriori corpi, in numero minore ma evidentemente di dimensioni più imponenti: esattamente come accadde alla Terra, in cui le collisioni avrebbero originato il nucleo metallico e il mantello. Ora, poiché le indagini di laboratorio relative ai suoli di Terra e Luna hanno già rivelato in passato una composizione isotopica simile, gli scienziati deducono che l'impatto con l'ipotetica Theia potrebbe essere stato l'ultimo a cui fu sottoposto il nostro Pianeta, altrimenti la composizione chimica avrebbe subito ulteriori modifiche: ecco perché la data di nascita della Luna chiarirebbe anche altri fondamentali elementi.

Rappresentazione artistica dell'impatto che causò la nascita della Luna (Credit: NASA/GSFC)
Rappresentazione artistica dell'impatto che causò la nascita della Luna (Credit: NASA/GSFC)

Un orologio cosmico?

Uno degli obiettivi della scienza degli ultimi anni è proprio quello di definire con precisione la fantomatica data di nascita della nostra Terra: il metodo più utilizzato è quello della datazione radiometrica, ossia il confronto tra elementi radioattivi, i loro tassi di decadimento, la loro distribuzione assieme a quella dei prodotti di decadimento. Il problema è che i giganteschi impatti avvenuti in epoca remota hanno creato sicuramente dei mescolamenti che rendono complessa l'interpretazione dei dati: i ricercatori hanno quindi messo a punto un modello numerico in cui si stabilisce come avrebbe avuto luogo la fase di "sistemazione" di diversi elementi, all'epoca delle collisioni planetarie. Seguendo l'evoluzione del sistema in 259 simulazioni, sono giunti alla conclusione secondo cui la Luna sarebbe nata all'incirca 95 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare e, poiché i materiali siderofili presenti in abbondanza nel mantello terrestre sarebbero direttamente proporzionali alla massa acquisita dalla Terra a seguito della collisione gigante, questo evento sancirebbe l'inizio della fase terminale di formazione del nucleo terrestre. Fine delle speculazioni? Certamente no: quel che è però fuori di dubbio è la realizzazione di un nuovo "orologio", indipendente dalla datazione radiometrica, in grado di stabilire l'età degli oggetti celesti che più ci sono cari. Per essere sicuri che sia realmente così preciso, bisognerà aspettare probabilmente qualche nuovo studio.

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