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Qualità o quantità? Ecco perché se parli velocemente non dai più informazioni

Analizzando una lunga serie di conversazioni attraverso un modello matematico, un team di linguisti ha determinato che chi parla velocemente non fornisce ai propri interlocutori più informazioni di chi è abituato a parlare più lentamente.
A cura di Andrea Centini
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Comunicare lentamente o con un ritmo più sostenuto non cambia il numero di informazioni che si riescono a trasferire al proprio interlocutore. A dimostrarlo, un nuovo interessante studio curato dai ricercatori della Brown University di Providence (Rhode Island), che hanno analizzato una moltitudine di conversazioni sfruttando un sofisticato modello matematico. Secondo gli studiosi, coordinati dal docente di Scienze linguistiche, cognitive e psicologiche Uriel Cohen Priva, durante un discorso le persone sarebbero vincolate da un cosiddetto canale comunicativo, all'interno del quale c'è un tasso di informazioni al secondo che resta stabile e indipendente dalla velocità con la quale ci si esprime.

Il motivo per cui i chiacchieroni, pur travolgendoci di parole, non forniscono informazioni aggiuntive, risiede nella qualità della comunicazione, o meglio nella struttura lessicale e sintattica della formulazioni. Essi utilizzerebbero infatti termini più semplici e diretti, mentre le persone abituate a parlare lentamente sarebbero più orientate verso termini rari, sofisticati e inattesi dall'interlocutore, in grado di ‘centrare il bersaglio' senza troppi giri di parole.

Il team di Cohen Priva è giunto a questa conclusione dopo aver esaminato circa 400 conversazioni differenti, tra le quali una quarantina di interviste estrapolate dal Buckeye Corpus, serie di registrazioni della Ohio State University per studi sociologici, e oltre duemila trascrizioni tratte da un progetto analogo chiamato Switchboard Corpus. Una volta inserite nel modello matematico tenendo presenti valori come l'età e il sesso degli interlocutori, i ricercatori hanno estrapolato i dati relativi al tasso di informazioni comunicate e al numero di parole espresse in un determinato lasso di tempo.

Non è stata trovata alcuna differenza nel tasso di informazioni che uomini e donne riescono a trasmettere ai propri interlocutori, tuttavia il sesso femminile sembra avere decisamente più a cuore la loro attenzione, dato che spesso tende a verificare che questi ultimi stiano ascoltando. I dati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cognition.

[Foto di Unsplash]

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