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Covid 19

Quali sono le 5 varianti più pericolose del coronavirus

Dopo la Delta, la variante Epsilon: sono almeno undici le varianti sotto osservazione, di cui cinque ritenute di preoccupazione dalla comunità scientifica, tutte presenti in Italia.
A cura di Valeria Aiello
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Sono almeno cinque, tutte ormai presenti in decine di Paesi di tutto il mondo, Italia inclusa: dopo la crescita della variante Delta in Europa, a preoccupare è la versione battezzata Epsilon dall’Organizzazione Mondiale (OMS) della Sanità, considerata a tutti gli effetti una delle varianti di preoccupazione (VOC, Variant of concen) su Science per le caratteristiche della sua proteina Spike.

Nelle varianti di preoccupazione (VOC), l’OMS e i Centri per il controllo delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti, includono Alpha, Beta, Gamma e Delta. In entrambi gli elenchi la Epsilon è indicata come variant of interest (VOI), una delle undici versioni mutate del virus finite sotto osservazione. I cambiamenti nel dominio di legame che questo ceppo utilizza per infettare le cellule hanno però indicato di avere il potenziale per ridurre di due volte l'attività degli anticorpi neutralizzanti di guariti e persone vaccinate.

Variante Alfa (B.1.1.7)

Identificata nell’ottobre 2020 in Inghilterra, si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, soppiantando le precedenti versioni virali di Sars-Cov-2. Anche se del 50% più contagiosa del virus originario, è però destinata a passare in netta minoranza entro fine agosto, secondo le previsioni del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC).

La variante Beta (B.1.351)

Identificata inizialmente in Sudafrica, la variante sembra diffondersi con un’efficienza del 50% maggiore di quella del virus originario di Wuhan, con una in parte la capacità di eludere la risposta immunitaria. Per questa variante, secondo i dati di Gisaid, l’Italia non ha nuove segnalazioni nelle ultime quattro settimane.

La variante Gamma (P.1)

Identificata all’inizio del 2021 in Giappone e poi in Brasile, la variante è vista con preoccupazione per tre mutazioni, N501Y, E484K e K417T, che hanno mostrato di ridurre di due volte l’efficacia con cui gli anticorpi neutralizzanti si legano al virus. Secondo i dati Gisaid, nelle ultime 4 settimane la sua diffusione in Italia è stata del 7,3%.

Variane Delta (B.1.617.2)

Registrata per la prima volta in India, la variante Delta si rapidamente è diffusa a un centinaio di Paesi, soppiantando le altre varianti grazie alla maggiore trasmissibilità – stimata tra il 50 e il 60 percento più alta della variante Alpha. Gli esperti ritengono diventerà dominante entro fino agosto in Europa, indubbiamente sorvegliata speciale per le mutazioni a livello della proteina Spike, con le sue sotto-varianti (B.1.617.2.1 e B.1.617.2.3) che fanno parte della famiglia Kappa delle varianti.

La variante Epsilon (B.1.427)

La variante identificata in California, è ancora poco diffusa in Europa e individuata in due casi in Italia, secondo la banca internazionale Gisaid. La ricerca pubblicata su Science e guidata da Matthew McCallum del Dipartimento di Biochimica dell'Università di Washington a Seattle, indica che questa variante ha una capacità di evasione immunitaria che può ridurre l’attività degli anticorpi neutralizzanti presenti nel plasma dei vaccinati con uno degli vaccini a mRNA oggi esistenti e di guariti, a causa di tre mutazioni che la rendono 2-3,5 volte più resistente agli anticorpi.

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