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Covid 19

Quali sono i sintomi più comuni della Covid nei vaccinati

Poiché nessun vaccino protegge al 100%, compresi quelli contro la COVID-19, una piccola parte di persone immunizzate può essere contagiata dal coronavirus SARS-CoV-2 e sviluppare la forma sintomatica. Ecco quali sono le differenze nei sintomi tra chi ha ricevuto due dosi di vaccino, chi ne ha ricevuta una sola e chi non si è sottoposto alla vaccinazione.
A cura di Andrea Centini
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Una piccola percentuale di vaccinati contro la COVID-19 può essere contagiata dal coronavirus SARS-CoV-2 e sviluppare i sintomi dell'infezione. Come qualunque altro vaccino, del resto, anche quelli per combattere il patogeno pandemico non hanno un'efficacia al 100 percento. Dai trial clinici, ad esempio, è emerso che il Comirnaty di Pfizer-Biontech e l'mRNA-1273 di Moderna-NIAID hanno un'efficacia contro la forma sintomatica della Covid attorno al 95 percento; il Vaxzevria di AstraZeneca all'82 percento e il monodose Ad26.COV2.S di Johnson & Johnson si attesta al 66 percento. Come mostra questa tabella, le percentuali risultano più o meno ridotte quando l'infezione è provocata dalle varianti di preoccupazione, alla stregua della Beta (ex sudafricana) e della Delta (ex seconda indiana), poiché caratterizzate da mutazioni di fuga immunitaria che riescono a eludere – almeno in parte – l'attività neutralizzante degli anticorpi. In parole semplici, un parte delle persone completamente immunizzate contro il coronavirus può infettarsi e sviluppare i sintomi della malattia, sebbene la protezione contro la forma grave, il ricovero in ospedale e la morte sia quasi totale. Ma che differenze ci sono nei sintomi sviluppati da vaccinati e non vaccinati quando contagiati?

A elencarle sono gli scienziati britannici coinvolti nel progetto di ricerca ZOE COVID Symptom Study, basato su un'applicazione per dispositivi mobili (smartphone e tablet) e guidato dal professor Tim Spector, docente di Epidemiologia Genetica e direttore presso il Dipartimento della Ricerca sui Gemelli e di Epidemiologia Genetica del King's College di Londra. Dall'analisi statistica dei dati raccolti attraverso l'app, caricati da milioni di pazienti, è emerso che complessivamente i sintomi della COVID-19 in vaccinati e non vaccinati non sono molto diversi, tuttavia, come indicato in un comunicato stampa, sono stati segnalati meno sintomi in un periodo di tempo più breve fra coloro che avevano già ricevuto un'iniezione, “suggerendo che si stavano ammalando meno gravemente e stavano migliorando più rapidamente”.

Per i pazienti con due iniezioni di vaccino anti Covid risultati positivi al tampone oro-rinofaringeo i cinque sintomi più segnalati sull'app sono i seguenti:

  • Mal di testa
  • Naso che cola (rinorrea)
  • Starnuti
  • Gola infiammata
  • Perdita dell'olfatto

Per chi ha ricevuto una sola dose di vaccino e si infetta i sintomi più comuni segnalati sono questi:

  • Mal di testa
  • Rinorrea
  • Gola infiammata
  • Starnuti
  • Tosse persistente

Per chi invece non è stato vaccinato, i sintomi più diffusi sono i seguenti, verosimilmente influenzati dalla diffusione della variante Delta:

  • Mal di testa
  • Gola infiammata
  • Rinorrea
  • Febbre
  • Tosse persistente

È interessante notare che la perdita dell'olfatto (anosmia) in precedenza era considerato uno dei sintomi più significativi della COVID-19, ma per i vaccinati è al quinto posto. Anche la febbre, che nel primo anno della pandemia era sul podio dei sintomi “tradizionali”, per i vaccinati si trova al dodicesimo posto, mentre la respirazione difficoltosa (dispnea) si trova addirittura al ventinovesimo. La tosse secca persistente era il sintomo più comune per i contagiati non vaccinati, ora si trova al quarto posto, mentre per i vaccinati è all'ottavo posto. Curiosamente, i vaccinati infettati hanno una frequenza sensibilmente superiore di starnuti, che prima erano considerati un sintomo relativamente raro. Pertanto il team del professor Spector raccomanda a tutti i vaccinati che dovessero starnutire con una certa insistenza di sottoporsi a un tampone, per scongiurare una eventuale positività.

Tutti questi dati indicano chiaramente che i vaccini contrastano efficacemente il patogeno pandemico, "tenendo a bada" i sintomi più spesso associati alla COVID-19 grave, al ricovero in ospedale e alla morte. A confermarlo anche i dati provenienti dagli Stati Uniti, dove il 99 percento delle vittime Covid registrate nelle ultime settimane non erano vaccinate. Diversi medici americani stanno raccogliendo i “pentimenti” dei pazienti attualmente ricoverati in ospedale, moltissimi dei quali si rammaricano di non essersi sottoposti alla somministrazione del vaccino pur essendo perfettamente idonei a riceverlo.

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