Quali sono i rischi per la salute dei coloranti alimentari sintetici
Come indicato in un articolo pubblicato su The Conversation dal professor Lorne J. Hofseth, a capo della divisione di ricerca presso il College di Farmacia dell'Università della Carolina del Sud, a partire dagli anni '90 è aumentato sensibilmente il tasso di incidenza del cancro al colon-retto nelle persone con età inferiore ai 50 anni. Tale incremento è destinato a subire un ulteriore rialzo entro la fine del prossimo decennio, arrivando fino a un drammatico +124 percento rispetto ai dati attuali, secondo le stime più pessimistiche. Il cancro al colon-retto è una delle patologie più letali in Italia, trattandosi del secondo “big killer” tra i tumori. Basti pensare che, nel 2016, in base al rapporto “i numeri del cancro” presentato dal Ministero della Salute, a causa di questa neoplasia hanno perso la vita circa 20mila persone nel nostro Paese, in leggera maggioranza uomini.
Il professor Hofseth sottolinea che dietro questo preoccupante incremento di casi di cancro al colon-retto possa esservi l'aumento nel consumo di cibi ultra lavorati e zuccherati, bibite gassate e carni rosse, che fanno parte della famigerata dieta “SAD” seguita da molti americani (e non solo). Lo scienziato si dice particolarmente preoccupato per un "ingrediente" presente in molti di questi alimenti: i coloranti alimentari sintetici. Diversi di questi composti abbondano nei cibi industriali che si vendono anche durante il periodo natalizio, principalmente perché ne migliorano sensibilmente l'aspetto. Le versioni sintetiche dei coloranti sono più diffuse poiché più economiche, più brillanti e durature rispetto a quelle naturali, ad esempio quelle estratte dalla barbabietola. Oggi molti di questi coloranti vengono sintetizzati da un composto derivato dal petrolio chiamato naftalene: meno di una decina sono approvati negli USA e nell'Unione Europea.
Pur non essendo classificati come cancerogeni, secondo il professor Hofseth i coloranti alimentari sintetici presentano alcune caratteristiche preoccupanti che possono essere relazionate al cancro al colon retto. "I batteri nell'intestino possono scomporre i coloranti sintetici in molecole note per causare il cancro", ha chiosato lo scienziato, aggiungendo che saranno necessarie ulteriori indagini per determinare il potenziale rischio oncologico. "Gli studi hanno dimostrato che i coloranti alimentari artificiali possono legarsi al DNA e alle proteine all'interno delle cellule. Ci sono anche alcune prove che i coloranti sintetici possono stimolare il meccanismo infiammatorio del corpo. Entrambi questi meccanismi possono rappresentare un problema per la salute del colon e del retto". ha spiegato l'esperto. L'infiammazione è considerata una tra i principali driver delle patologie oncologiche. “È stato scoperto – aggiunge Hofseth – che i coloranti alimentari sintetici danneggiano il DNA nei roditori. Ciò è supportato da dati non pubblicati del mio team di ricerca che mostrano che Allura Red, o Red 40 e Tartrazine, o Yellow 5, possono causare danni al DNA nelle cellule del cancro del colon", ha concluso il professor Hofseth, specificando che i risultati ottenuti in test di laboratorio (con dosaggi ed esposizioni controllate) dovranno essere naturalmente replicati in modelli animali e umani per dimostrare che i coloranti abbiano effettivamente causato questi danni al DNA. Lo scienziato si dice particolarmente preoccupato per i bambini, i cui organismi in sviluppo sono più sensibili all'esposizione di tali sostanze. Lo studio “Prevalence of Artificial Food Colors in Grocery Store Products Marketed to Children” ha rilevato che oltre il 40 percento dei prodotti per bambini venduti in un grande supermercato della Carolina del Nord conteneva coloranti alimentari sintetici.
L'esperto sottolinea che ovviamente qualche dolcetto consumato durante le feste natalizie non provocherà il cancro al colon-retto, ma se si segue a lungo un regime alimentare disequilibrato e basato su prodotti trasformati e insaccati allora il discorso può cambiare per la salute dell'intestino, a maggior ragione se sono coinvolti altri fattori di rischio. Tra quelli noti, oltre alla presenza di lesioni precancerose che evolvono in cancro, condizioni genetiche e patologie intestinali, vi sono uno stile di vita sedentario, il vizio del fumo e l'abuso di alcol. Per tutte queste ragioni lo il professor Hofseth raccomanda di seguire una dieta sana ed equilibrata con meno carne rossa e cibi lavorati, fare attività fisica e controlli regolari all'intestino.