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Protesi per il piede dall’Antico Egitto: ha 3 mila anni ed è un’opera d’arte

La protesi, recuperata da ricercatori svizzeri nella necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, apparteneva a una donna ed era finemente intagliata per essere esteticamente piacevole e confortevole. È una delle più antiche mai trovate.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università di Basilea (Svizzera) ha rinvenuto in Egitto la protesi di un alluce di ben 3mila anni, una delle più antiche in assoluto a disposizione degli scienziati. Gli archeologi elvetici, che hanno collaborato con gli esperti del Museo Egizio del Cairo e con l'Istituto di Medicina Evolutiva dell'Università di Zurigo, l'hanno trovata in una tomba saccheggiata della necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, nei pressi della celebre Luxor.

La protesi apparteneva a una donna, la figlia di un sacerdote, e grazie alle scrupolose tecniche adottate per analizzarla in dettaglio, dalla tomografia computerizzata ai raggi X, è emerso che essa fu riparata e perfezionata diverse volte, al fine di renderla più confortevole per la proprietaria. Pur avendo ben 3mila anni, l'oggetto dimostra una cura maniacale anche sotto il semplice profilo estetico, con intagli estremamente precisi sia nel legno che nella cinghia in pelle, che serviva a tenerla ben salda al piede. La donna, molto probabilmente, perse l'alluce a causa di un brutto incidente, ma grazie al suo stato sociale elevato poté contare su una squadra di abilissimi artigiani, fini conoscitori della fisionomia umana.

Il sito di Sheikh Abd el-Qurna dove è stata recuperata la protesi: credit: University of Basel, LHTT. Matja Kačičnik
Il sito di Sheikh Abd el-Qurna dove è stata recuperata la protesi: credit: University of Basel, LHTT. Matja Kačičnik

Un reperto analogo a quello rinvenuto a Sheikh Abd el-Qurna, una sorta di cimitero per l'elite dell'epoca, venne recuperato circa venti anni fa da studiosi egiziani del Cairo: aveva 2600 anni ed era attaccato alla mummia di una nobildonna identificata col nome di Tabaketenmut. Benché possa sembrare curioso il recupero di siffatte protesi in tempi così antichi, in realtà si trattava di oggetti piuttosto comuni per chi poteva permetterseli e ne aveva bisogno. La maggior parte di essi è stata trovata correttamente posizionata sui morti, poiché l'integrità fisica dei cadaveri, in base alle credenze, avrebbe aiutato anche nell'aldilà.

La tomba saccheggiata: credit: University of Basel, LHTT. Matja Kačičnik
La tomba saccheggiata: credit: University of Basel, LHTT. Matja Kačičnik

La necropoli di Sheikh Abd el-Qurna viene studiata dai ricercatori elvetici dal 2015, anche dal punto di vista geografico, e ne stanno mappando l'intera area per mettere a punto una mappa tridimensionale da mostrare nei musei. La protesi è invece già esposta presso l'affascinante Museo Egizio del Cairo.

La mappatura di Sheikh Abd el-Qurna: credit: University of Basel, LHTT. Friedli/Gojcic
La mappatura di Sheikh Abd el-Qurna: credit: University of Basel, LHTT. Friedli/Gojcic

[Foto di University of Basel, LHTT. Matja Kačičnik]

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