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Primo vaccino antinfluenzale derivato da piante del tabacco supera studi clinici di Fase 3

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati di una società di biotecnologie canadese ha testato per la prima volta su larga scala un vaccino di origine vegetale sull’uomo. Nello specifico, si è trattato di un farmaco antinfluenzale, basato su proteine virali cresciute in piante del tabacco australiane. La preparazione è risultata efficace come quella classica e ben tollerata.
A cura di Andrea Centini
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I primi studi su larga scala condotti con un vaccino antinfluenzale di origine vegetale hanno dimostrato che la preparazione può proteggere dalle infezioni e risulta ben tollerata, in maniera non dissimile dai vaccini classici. I risultati sono una vera e propria pietra miliare per la ricerca scientifica, dato che i vaccini derivati da piante possono superare i limiti tecnici di quelli tradizionali e rappresentare una svolta per chi, per questioni etiche, si rifiuta di utilizzare farmaci che coinvolgono prodotti di origine animale. Ricordiamo che i comuni vaccini contro l'influenza vengono normalmente prodotti nelle cosiddette uova embrionate di pollo.

Sono trascorsi circa 30 anni da quando gli scienziati hanno dimostrato per la prima volta che proteine virali possono essere coltivate con successo nelle piante, tuttavia, come indicato, fino ad oggi vaccini basati su di esse non erano stati stati coinvolti nella sperimentazione clinica, cioè sull'uomo. Nello specifico, si è trattato di due grandi studi randomizzati, controllati con placebo e in cieco per l'osservatore che hanno coinvolto due gruppi di volontari. A condurli un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della società di biotecnologie canadese Medicago Inc, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Nordic Research Network Oy di Tampere (Finlandia) e del Research Institute dell'Università McGill di Montreal. Gli studiosi, coordinati dalla dottoressa Nathalie Landry, hanno coltivato le proteine virali dei patogeni influenzali in piante australiane “parenti” di quella del tabacco, chiamate Nicotiana benthamiana. Le particelle sono state estratte e purificate in laboratorio per ottenere la preparazione finale da somministrare ai pazienti.

Nel primo studio sono stati coinvolti oltre 10mila adulti con un'età compresa tra 18 e 64 anni (60 percento donne, 6085 in tutto e 40 percento uomini con un'età media di 44,6 anni), tutti trattati durante la stagione influenzale 2017-2018. Il vaccino era progettato per proteggere almeno il 70 percento dei partecipanti, ma ha ottenuto questo traguardo soltanto in un terzo di essi (35,1 percento). Sebbene possa risultare un risultato “deludente”, in realtà il vaccino ha mostrato un'efficacia analoga a quello tradizionale, a causa di una stagione influenzale peculiare e molto lunga. Per quanto concerne il ceppo H3N2, quello circolato di più all'epoca, basti pensare che nel Regno Unito la protezione del vaccino classico è stata solo del 15 percento. Nel secondo studio sono stati coinvolti circa 13mila anziani con un'età uguale o superiore ai 65 anni (55 percento donne, 7.113 e 45 percento uomini),  trattati col vaccino di origine vegetale durante la stagione influenzale 2018-2019. Il vaccino è risultato protettivo come il classico (inattivato e quadrivalente), ha tuttavia indotto una risposta anticorpale inferiore – come previsto dagli esperti – e innescato una forte risposta immunitaria cellulare.

I risultati di entrambi gli studi andranno confermati da ulteriori indagini, ciò nonostante la tecnologia adottata potrebbe gettare le basi per farmaci in grado di superare i limiti di quelli animali, legati principalmente a una capacità sempre maggiore dei virus di infettare le cellule umane. Il nuovo sistema a base vegetale, inoltre, può produrre le prime dosi di un vaccino ad appena due mesi dall'identificazione di un ceppo virale sconosciuto, e questo può rappresentare un'arma efficace per contrastare i ceppi emergenti più virulenti. Va tuttavia valutata la capacità di produrre un numero di dosi sufficiente a partire dalle piante. I dettagli delle ricerche sono stati pubblicate negli articoli “Efficacy, immunogenicity, and safety of a plant-derived, quadrivalent, virus-like particle influenza vaccine in adults (18–64 years) and older adults (≥65 years): two multicentre, randomised phase 3 trials” e “First human efficacy study of a plant-derived influenza vaccine” su The Lancet.

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