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Primo caso di peste suina africana in Germania: “Non è pericolosa per l’uomo”

La malattia virale è stata identificata in un cinghiale morto nello stato di Brandeburgo, a pochi chilometri dal confine tedesco con la Polonia. Causata da un virus del genere Asfivirus, colpisce maiali e cinghiali selvatici con alti tassi di mortalità ma non è trasmissibile agli essere umani.
A cura di Valeria Aiello
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Un allevamento di maiali
Un allevamento di maiali

Un caso di peste suina africana è stato riscontrato per la prima volta in Germania: lo ha reso noto il Ministro dell’agricoltura tedesco, Julia Klöckner, in una conferenza stampa questa mattina a Berlino. La malattia è stata identificata in un cinghiale morto nello stato di Brandeburgo, nei pressi della città di Cottbus, a pochi chilometri dal confine tedesco con la Polonia.

Primo caso di peste suina africana in Germania

Purtroppo il sospetto è stato confermato” ha spiegato Klöckner, rassicurando subito che il virus della peste suina africana “non è pericoloso per l’uomo”. Anche l’eventuale consumo di carne di animali infetti non rappresenta un rischio, ha aggiunto. La scoperta, tuttavia, preoccupa gli allevatori, perché la peste suina africana (PSA, e conosciuta anche come ASF dall’inglese african swine fever) è altamente contagiosa nei suini, con elevati tassi di mortalità.

Causata da virus a DNA del genere Asfivirus appartenenti alla famiglia Asfaviridae, la malattia può colpire maiali e cinghiali selvatici in forma acuta, subacuta e cronica, a seconda della virulenza del virus e della suscettibilità dei suini, determinando febbre, perdita dell’appetito, emorragie (visibili su orecchie, fianchi e zampe), aborti e altri sintomi che possono suggerirne la presenza. Nella forma acuta, il decesso dell’animale avviene nei 6-13 giorni successivi all’infezione fino a un massimo di 20 giorni.

La trasmissione della malattia è complessa e varia a seconda dell’ambiente, dal sistema di allevamento dei suini e dalla presenza di vettori, come le zecche, che possono diffondere l’infezione agli altri animali. Non esistono vaccini o cure per cui, quando si palesa in un allevamento, l’unico modo per arrestare l’epidemia è l’abbattimento dei capi, con gravi perdite economiche e produttive.

Era da tempo che la Germania, temeva l’arrivo della malattia che circola in Polonia da diversi mesi. Per evitare l’ingresso di cinghiali selvatici erano state erette recinzioni di oltre 120 chilometri lungo il confine, ma nulla è servito. E adesso, durante la pandemia, i tedeschi temono che la scoperta del primo caso di peste suina africana possa avere ripercussioni sull’export di carne di maiale al di fuori dell’Ue. La Germania è il più grande produttore di carne di maiale in Europa con circa 26 milioni di suini e, dopo la Spagna, il secondo esportatore verso i mercati extra Ue, con la maggior parte delle esportazioni dirette in Cina, Corea del Sud e Giappone.

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